La task force regionale ha deciso: domani si torna a scuola in presenza anche in Sicilia. In dubbio, però, il ritorno tra i banchi a Messina, dove il sindaco Cateno De Luca ha firmato un’ordinanza che dispone la didattica a distanza dal 13 al 24 gennaio. Ordinanza teoricamente illegittima, ma sulla quale il Primo Cittadino non sembra intenzionato a fare dietrofront.
A conclusione della riunione della task force scuola indetta per oggi, l”assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla, ha spiegato che «non ci sono le condizioni giuridiche per sospendere ulteriormente le attività didattiche». Quindi, dopo un primo posticipo di qualche giorno, la Regione dà il via libera al ritorno in aula. Potranno agire diversamente solo i sindaci dei territori in zona arancione o rossa, e solo con il benestare dell’ASP competente.
In Sicilia si torna a scuola il 13 gennaio, cosa succede a Messina?
La situazione è complicata. Perché teoricamente anche a Messina gli studenti dovrebbero tornare a scuola in presenza già da domani, ma il sindaco Cateno De Luca ha pubblicato un’ordinanza con cui dispone la didattica a distanza per tutti gli istituti cittadini di ogni ordine e grado, fino al 24 gennaio. Ordinanza che però va in contrasto con quanto previsto dalla Regione. La normativa al riguardo prevede che i sindaci possano disporre la chiusura delle scuole, con le lezioni a distanza, solo in zona arancione o rossa. Messina ha inviato la richiesta per la zona arancione, ma al momento non sembrerebbe essere arrivata alcuna replica da Palermo.
Il sindaco De Luca ha già detto nei giorni scorsi che la sua ordinanza è valida finché non sarà impugnata. D’altra parte, proprio in questi giorni il TAR ha dato torto all’altro De Luca, il presidente della Regione Campania, sospendendo l’ordinanza con cui aveva disposto la DAD a seguito del ricorso di Palazzo Chigi.
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