Conto alla rovescia per lo Stretto Pride 2022 che si svolgerà a Messina nel pomeriggio di oggi, sabato 23 luglio. Nell’attesa, il Comitato promotore dell’iniziativa ha inviato il documento politico alla base della manifestazione, con l’obiettivo di replicare alle polemiche che si sono susseguite in questi ultimi giorni contro l’iniziativa stessa. «L’evento – chiariscono – è teso a promuovere nella loro totalità i temi dell’inclusione e del rispetto degli individui, nella loro individualità e nel loro status di famiglia; promuovere i valori di pace ed equità e di rispetto dell’altro da sé».
“Un mare di pace”, il documento politico dello Stretto Pride 2022 a Messina
Riportiamo, di seguito, il testo integrale del documento politico redatto dal Comitato Promotore dello Stretto Pride Messina 2022, nel momento della sua costituzione, su cui si fonda l’organizzazione stessa della manifestazione.
«Dopo due anni di pandemia, in tutto il mondo e anche in Italia riprendono le marce dell’orgoglio LGBT+, proseguendo la lunga strada verso la libertà, i diritti, la dignità e l’abbattimento di ogni discriminazione tracciata dai Moti di Stonewall del 28 Giugno 1969. Quell’evento storico e impareggiabile sancì un vero e proprio processo di liberazione per tutte le persone LGBT+ e la possibilità di essere finalmente visibili, introducendo un primo segnale di ribellione contro le prevaricazioni e le vessazioni fino a quel momento subite. Quel momento di rivolta fu la prima scintilla di un movimento di liberazione che di lì a poco avrebbe coinvolto il mondo intero.
Negli ultimi anni, con l’avanzare delle destre più estreme e conservatrici e dei nazionalismi variamente declinati in Italia e nel resto d’Europa, sono stati riesumati molti vecchi fantasmi del passato che pensavamo esserci lasciati alle spalle.
È tangibilmente riaffiorato il disprezzo verso l’altrә, individuando in tutte le categorie deboli un nemico ideale sul quale riversare tutte le proprie frustrazioni, siano essi omosessuali, lesbiche, trans, intersex, asessuali, migranti, minoranze etniche e/o politiche o tuttә coloro che professano una religione o seguono un ideale differente. Un disprezzo che raggiunge alti picchi di violenza tanto nel dibattito interno alle istituzioni dello Stato, quanto nel mondo dei social, dove i peggiori odiatori agiscono indisturbati e dove gli stessi rappresentanti delle istituzioni, con l’avallo di una parte degli organi d’informazione, espongono alla gogna mediatica chiunque osi manifestare dissenso.
Il messaggio che si vuole lasciar passare è che chi dovesse mai mostrare solidarietà nei confronti di queste categorie è da considerarsi come un “nemico del popolo”, un anti-italiano da umiliare, da insultare e se possibile da emarginare.
Ed è proprio per questo che il Coordinamento dello StrettoPride di Messina ha deciso di rinnovare il proprio impegno, organizzando il secondo Pride dello Stretto, con l’auspicio che riesca ad essere una festa inclusiva alla quale tuttә sono invitatә.
Abbiamo deciso di rilanciare proprio perché da questa società nessunә può essere esclusә, così come nessunә può essere o sentirsi esclusә da questa città che da sempre è stata allo stesso tempo porto naturale, centro di scambi e luogo di rifugio per tutte le navi che avessero bisogno di riparo.
Abbiamo deciso di non restare a guardare mentre le istituzioni democratiche, le uniche che dovrebbero essere in grado di tutelare ogni minoranza, sono minacciate dalla nuova pericolosa ascesa al potere dell’ideale dell’uomo forte, bianco, ricco e occidentale che minaccia di divorare gli organi di garanzia e di regolamentazione della sovranità, risultato di un lungo processo democratico nato dalla Resistenza.
Per questo chiediamo che in Italia venga finalmente approvata una legge efficace a tutela degli individui appartenenti alle categorie socialmente più deboli, vittime di discriminazioni e violenze di matrice xenofoba, omolesbobitransfobica, quando non apertamente fascista, considerando come necessario punto di partenza la promozione di nuove politiche di aggregazione territoriale all’insegna dell’accoglienza e dell’inclusione.
Condizione necessaria all’autodeterminazione delle persone di ogni genere, orientamento sessuale ed etnia è la stabilità economica, che sta alla base di una vita serena e che è il mezzo principale per garantire pari opportunità, pari diritti ed equità nell’accesso a beni e servizi. Perché soltanto in una condizione di generale serenità economica possono essere contrastati lo sfruttamento della prostituzione, il lavoro nero e quello minorile, la malavita e qualsiasi nuova forma di schiavitù fisica e/o psicologica, e l’elenco sarebbe ancora lungo.
Chiediamo dignità e prospettive lavorative per chiunque, con delle concrete e strutturali politiche del lavoro, che non siano blande e temporanee misure tampone, necessarie ma insufficienti, dall’accessibilità fortemente limitata e dall’efficacia parziale se non assente in termini di stabilità economica.
Il dato allarmante degli ultimi cinque anni rivela che 300mila giovani tra i 20 ed i 35 anni hanno lasciato l’Italia; altrettanto allarmante è l’evidenza che il Paese sia in grado di rispondere a questa enorme fuga di risorse umane semplicemente con elementi di propaganda buoni per ogni stagione e opponendo alle libertà d’essere e di esprimersi modelli obsoleti e integralisti che non hanno alcun fondamento.
Ognunә deve avere la possibilità di crescere e di realizzarsi nella propria terra, ricercando e non nascondendo la propria identità ed individualità, ritrovando fiducia nelle istituzioni, mostrandosi con fierezza e senza rinnegare le proprie differenze, di qualsiasi tipo esse siano, dove emigrare sia una scelta autonoma e non dettata dalle necessità. Riteniamo che uno Stato incapace di garantire questo non abbia il diritto di autodefinirsi “civile”.
Vogliamo che ai/alle nostrә ragazzә venga insegnato il rispetto per sé e per tuttә, rispetto che non può prescindere da una costante ed efficace educazione di genere e all’affettività nelle scuole e nelle università. Le nostre istituzioni educative, pubbliche e private, devono essere il nido in cui formare persone sensibili alla diversità propria di ogni genere, etnia, religione, orientamento sessuale e abilità, vigilando contro tutte le forme di fanatismi che vincolano la soggettività umana ad una visione limitata ed irrispettosa dell’altrә.
Vogliamo che alle persone trans, transgender ed intersex vengano finalmente riconosciuti i diritti all’autodeterminazione, alla dignità e alla possibilità di accedere a qualsiasi carriera lavorativa desiderata, compresa la rappresentanza a livello istituzionale. Invece vediamo costantemente soggetti politici che incitano alla caccia alle streghe, ministri che espongono volontariamente alla pubblica gogna chiunque manifesti dissenso, decine e decine di atti di violenza e minaccia su tutto il territorio contro chiunque venga percepitә come diversә, medici obiettori di coscienza che hanno reso di fatto impossibile
L’Interruzione Volontaria di Gravidanza, rendendo il nostro Paese sempre più simile ai democraticissimi USA, dove recentemente una sentenza della Corte Suprema ha sostanzialmente cancellato il diritto all’aborto – pur avendo lasciando discrezionalità d’intervento in materia in capo ai singoli stati -, riportando indietro di cinquant’anni i diritti delle donne.
Assistiamo inoltre a frequenti attacchi da buona parte della comunità ecclesiale contro quella LGBT+, che viene additata come promotrice di malcostume e pratiche sessuali immorali. Risulta inaccettabile che ancora oggi in vari ambienti religiosi e in parte della società ci sia chi rifiuti o neghi l’identità alle persone LGBT+. Riteniamo infatti che l’incontro con chi appare diversә da noi sia da sempre una delle vie principali per scardinare pregiudizi, stereotipi e preconcetti che aleggiano intorno alle categorizzazioni che generalmente si tende a fare delle persone, tenendo sempre a mente che è molto più importante vivere la realtà di un altrә al suo fianco, piuttosto che parlarne a debita distanza.
Nonostante ad oggi esista la possibilità di poter decidere il proprio sesso anagrafico senza dover ricorrere alla riattribuzione chirurgica di genere (sentenza n.180 luglio 2017 corte costituzionale), auspichiamo che, da questo punto di partenza, venga promulgata un’apposita legge che includa il divieto di riassegnazione di genere – se non in caso di concreti pericoli per la salute – per tutti quelle/i neonatә che alla nascita presentano caratteristiche anatomiche non identificabili né con quelle femminili né con quelle maschili. Ferma restando la necessità assoluta che questa autodeterminazione di genere deve valere indistintamente per tuttә. Chiediamo che la Regione Siciliana avvii politiche di sensibilizzazione a favore di questa realtà da sempre vessata e denigrata anche nella nostra città.
Vogliamo che la politica ponga in essere misure di prevenzione contro tutte le infezioni sessualmente trasmissibili, con campagne mirate nelle scuole e sui media, in particolare contro l’HIV che sta tornando a diffondersi come una vera piaga nel nostro Paese. Questo perché le nostre istituzioni hanno perso di vista l’attenzione contro questo fenomeno e contro lo stigma nei confronti di tutte le persone sieropositive che continuano ad essere discriminate ed emarginate nonostante decenni di lotte e di campagne informative.
L’omolesbobitransfobia e la xenofobia provengono dal medesimo odio, dallo stesso disprezzo nei confronti di chi non si adegua a quel modello di essere umano socialmente accettato. Ed è per questo che chiediamo l’approvazione della proposta di legge che istituirebbe lo Ius Scholæ, auspicando che, non solo venga accolta, ma sia solo un primo passo verso il riconoscimento dello Ius Soli, che renderebbe possibile l’ottenimento della cittadinanza da parte di chi in Italia vive, lavora e studia da anni, modificando la vecchia legge del ‘92 che continua ad escludere chi ha sacrificato le proprie energie per questo Paese dal diritto di voto e dalla possibilità di scegliere chi li rappresenti.
Chiediamo una riforma del diritto di famiglia, che apra una seria e aperta discussione anche sulla legge sulla bigenitorialità, che, così com’è, rischia di essere trasformata – e già in parte lo è stata – in un principio coatto a vantaggio dell’adulto economicamente più forte e a scapito dell’altro genitore e delle/i minori. Sollecitiamo una legge nazionale chiara sulla responsabilità genitoriale, sia per le coppie separate, che garantisca fin dalla nascita diritti veri e pieni per le bambine e i bambini delle famiglie arcobaleno, sia per le famiglie rainbow. Chiediamo, inoltre, e anche per questo lottiamo, un’estensione dell’istituto dell’unione civile a quello del matrimonio per tutte le coppie, prescindendo dal sesso, ed il pieno riconoscimento della genitorialità per le coppie samesex.
Crediamo che un Paese civile debba garantire l’accesso alle tecniche di fecondazione assistita sia alle donne single (di qualunque orientamento sessuale), che alle coppie lesbiche e che si debbano mettere in atto azioni culturali serie, costruttive e normative centrate; inoltre siamo fermamente convintә che serva aprire in questo Paese una discussione seria sulla “Gestazione Per Altri” (GPA), libera da condizionamenti di qualsiasi tipo.
Riteniamo sia necessaria anche una riforma della legge sulle adozioni perché qualsiasi persona single di questo Paese possa scegliere se e come diventare genitori. Perché siamo convintә che l’acquisizione di un diritto non tolga nulla a nessunә, non intacchi nessun altro diritto e anzi semmai ne aggiunga semplicemente di nuovi.
Vogliamo la revisione dei decreti sicurezza di Minniti e Salvini, che impediscono il secondo grado di giudizio a quei migranti che si sono visti rifiutare la propria domanda d’asilo – atto che costituisce una delle più grandi vergogne di questo paese – ed istituiscono di fatto dei veri e propri processi politici che criminalizzano attivistә e militanti.
Infine chiediamo che le persone con disabilità di ogni genere ed etnia abbiano la possibilità di vivere una vita serena e dignitosa in Italia, eliminando tutte le barriere architettoniche e culturali che depauperano la dignità di chi va avanti soltanto con le proprie forze, nonostante le limitazioni fisiche, riconoscendo pari rispetto e diritti per tuttә con una cultura volta alla consapevolezza della neurodiversità e di ogni tipo di disabilità. A tal fine chiediamo la realizzazione di progetti che facilitino l’accesso al mondo del lavoro e di percorsi di educazione nelle scuole e negli uffici pubblici.
Noi promuoviamo una società aperta, inclusiva e che non abbia paura, ed è proprio per questo che il Pride è di tuttә. Non accetteremo mai alcuna forma di fascismo – con buona pace del Pride di Varsavia -, poiché riteniamo che questo sia l’anticamera della deriva antidemocratica, già presente per certi versi, del nostro Paese. Il vero rispetto per l’Italia sta nella difesa della democrazia, del lavoro e dei diritti di e per tuttә.
La storia ci insegna che nulla è per sempre, ma anche che per ottenere un cambiamento bisogna lottare per averlo. E proprio per questo abbiamo bisogno di una grande mobilitazione di massa che veda tutti i soggetti discriminati e non camminare insieme verso quel futuro libero e antifascista che è costato il sacrificio di migliaia di individui, etero ed LGBT+, che hanno già sconfitto i fascismi del secolo scorso».
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