Dimissioni De Luca. La Tona: «Ennesima performance di basso livello»

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«Il principe degli sberleffi e delle contumelie ha colpito ancora, resta da capire a chi giova questo pessimo spettacolo»: non le manda a dire il consigliere comunale di Sicilia Futura, Piero La Tona, che commenta senza mezzi termini le “ennesime dimissioni mancate” del sindaco di Messina Cateno De Luca.

Dopo gli scontri della settimana appena trascorsa, il Primo Cittadino ha annunciato la sua decisione di tagliare i ponti con il Consiglio Comunale, con un gesto inequivocabile, nel corso della diretta Facebook di ieri sera. Immediata la replica del consigliere Piero La Tona, con cui la “guerra” era già aperta.

Ecco il commento, a caldo, del consigliere di Sicilia Futura, dopo il lungo monologo del Primo Cittadino: «Nessun dubbio sulle ennesime dimissioni mancate – ha scritto La Tona sui social. Il principe degli sberleffi e delle contumelie ha colpito ancora, resta da capire a chi giova questo pessimo spettacolo. Un riassunto approssimativo di una gestione amministrativa, che abbiamo peraltro in molte occasioni condiviso e spronato, ma che è servita a farci capire che l’attack ha, quello sì, un effetto irrevocabile… Un atteggiamento che conferma comunque l’inadeguatezza del politico De Luca a ricoprire ruoli istituzionali, visto che saper far di conto non è l’unica dote richiesta a chi si prefigge di governare una Comunità».

«Come sempre – conclude Piero La Tona – sulle allusioni e su quanto di diffamante pronunciato saranno le sedi qualificate a dirimere le questioni. Devo ammettere, però, di non essere stato un abile politico e amministratore come Cateno De Luca che sicuramente su questo non può seguire il mio esempio, visto che non sono riuscito, in tanti anni di amministrazione, a ricevere né un arresto, né una condanna e nemmeno un avviso di garanzia. Dopo questa ennesima performance di basso livello possiamo solo dire, resisti Messina».

Ad intervenire sulle parole del Primo Cittadino, nelle scorse ore, anche il gruppo consiliare Ora Messina, che lo ha accusato di non essersi dimesso «per mancanza di coraggio».

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