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Dal PalaNebiolo a “Le Dune”. L’Arci si mobilita per i migranti

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arciNo all’allestimento della tendopoli. È quanto emerso ieri nella riunione tenuta alla V circoscrizione,  alla quale ha preso parte il Circolo Arci Thomas Sankara, due consiglieri di Cambiamo Messina dal basso, l’assessore Filippo Cucinotta e un gruppo di migranti, ospiti del PalaNebiolo.

Lo scopo dell’incontro è stato discutere le problematiche legate alla struttura che al momento accoglie i 180 profughi trasferiti a Messina e ribadire il dissenso per la costituzione della tendopoli prevista nel campo da baseball dell’Annunziata. A questo proposito, lo scorso giovedì, la Prefettura aveva diramato un comunicato in cui faceva sapere che a seguito del parere della locale Azienda Sanitaria  che ha ritenuto «l’impianto sportivo non idoneo ad un uso di lungo periodo», il Ministero dell’Interno aveva autorizzato l’allestimento di un campo di ospitalità temporanea attrezzato, da utilizzare prima dei trasferimenti nei Cara governativi o nelle Sprar.

Oggi, intorno alle 12.00, la protesta “informale” dell’Arci, alcuni membri del Pinelli e altre persone giunte sul posto per fermare i container destinati alla preparazione del campo. La mobilitazione si è protratta fino all’arrivo del sindaco Renato Accorinti, la cui presenza è stata richiesta affinché trovasse una soluzione alternativa per risolvere la questione, e si è spinta anche oltre, fino ad ottenere delle rassicurazioni.

I migranti sarebbero dovuti rimanere solo 3 giorni al PalaNebiolo e invece è trascorso ormai quasi un mese. L’Arci messinese, in disaccordo con la scelta di usufruire della palestra universitaria, considerata un “non luogo”, predisposto senza decreto ministeriale e senza i requisiti minimi di legge — come dichiarato nei diversi comunicati diramati dal circolo — chiede, da diverso tempo, il trasferimento in una struttura più consona e dignitosa.

In un clima disteso e gioioso, oggi, gli ospiti del PalaNebiolo, in attesa fuori dal campo, hanno manifestato e ringraziato per il sostegno — dichiarano dal Circolo Arci — e la solidarietà ricevuti. Gli stessi hanno anche dato inizio allo sciopero della fame aspettando delle risposte concrete. Al Sindaco è stato chiesto apertamente di trovare un’alternativa più degna della tendopoli, per porre fine alla protesta. Accorinti — a detta dell’Arci — è arrivato e si è attivato attraverso una serie di telefonate, per trovare la tanto agognata soluzione.

L’Arci chiede con forza che venga disposta un’ordinanza comunale per chiudere il PalaNebiolo per questioni igienico-sanitarie, poiché al suo interno — come già annunciato in una nota a seguito della conferenza stampa di qualche giorno fa — vi sono diverse persone affette da scabbia. A completare il quadro — dichiara inoltre — anche la presenza di alcuni minori.

A detta dei membri del Circolo, il sindaco Accorinti avrebbe parlato al telefono con il ministro Gianpiero D’Alia, per chiedergli di contattare il ministro Angelino Alfano, e con il viceprefetto vicario Maria Antonietta Cerniglia. Si è pensato di proporre come struttura di accoglienza l’ex villaggio turistico “Le Dune”, sul quale pende un ordine di demolizione, motivo per cui, fino a questo momento, era in dubbio l’ipotesi di un suo utilizzo. Il processo, però, è ancora in corso e sarebbe dunque possibile utilizzare legalmente la struttura a tal fine.

La mobilitazione al momento è sospesa, lunedì Accorinti — ha rassicurato — presenterà la proposta di utilizzare “Le Dune” al Consiglio territoriale. Intanto i migranti sono tornati al PalaNebiolo in attesa di nuovi  sviluppi. L’Arci resta in allerta e chiede che il Comune si faccia garante della gestione.

Giusy Gerace

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