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Crisi idrica, Codacons va in Procura e chiede i danni

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L’emergenza idrica sta fortunatamente finendo, ma da oggi in poi ci sarà spazio per polemiche, recriminazioni e azioni legali. In rappresentanza dei cittadini, Codacons ha già presentato un esposto in Procura ipotizzando i reati di interruzione di pubblico servizio e omissione di atti d’ufficio. Pronta inoltre una class action per richiedere i danni. Di seguito il testo del comunicato inviato dall’associazione per la tutela di utenti e consumatori:

Nell’Italia del dissesto idrogeologico sempre più devastante è bastata una frana per causare la rottura della condotta dell’acquedotto di Fiumefreddo ed a lasciare a secco la città. Quella che sembrava la “solita” interruzione temporanea si è incredibilmente prolungata nel tempo, tanto da costringere alla chiusura scuole, uffici pubblici, negozi, paralizzando la vita quotidiana di migliaia di  persone. E i messinesi, di questa surreale situazione, hanno ancora una volta pagato il conto: costretti a sopportare lunghe attese per rifornirsi dalle (poche) autobotti, incolonnati con bottiglie e bidoni di fronte agli unici due punti di distribuzione del prezioso liquido, taglieggiati dagli sciacalli che hanno subito profittato della situazione per lucrare sulla drammatica mancanza d’acqua, hanno subito disagi inaccettabili e ingiustificabili.

Finita l’emergenza tuona il Codacons, che ha già presentato un esposto in Procura ipotizzando i reati di interruzione di pubblico servizio e di omissione di atti d’ufficio, chiedendo di verificare la sussistenza di presupposti di reato per la insufficiente gestione dell’emergenza per carenza idrica da parte degli organismi pubblici a ciò preposti, “atteso che la mancata adozione degli atti e provvedimenti utili ad assicurare un sollecito ripristino del servizio è avvenuta con la consapevolezza di turbarne la regolarità del servizio”, e con l’aggravante della estensione del territorio colpito da tale abuso e dal protrarsi di una situazione di gravità inaudita.

Ora la Procura dovrà ricercare a carico di chi sono le responsabilità per la “vergognosa” (per usare l’espressione utilizzata da Matteo Renzi) vicenda.

Mancanze e lungaggini di ogni sorta, insieme all’assenza di fonti di approvvigionamento alternative, hanno trasformato un incidente tutto sommato circoscritto in una vera e propria emergenza collettiva, e per questo – spiega l’avv. Antonio Cardile  (Presidente provinciale del Codacons) “la nostra associazione si è già attivata per la tutela dei messinesi, presentando una denunzia querela per interruzione di pubblico servizio e omissione di atti d’ufficio”.

Non solo: il Codacons sta raccogliendo la manifestazione d’interesse da parte dei cittadini messinesi che intendono ottenere il risarcimento per disagi patiti per una settimana.

Tutti gli interessati potranno inoltrare la pre-adesione all’azione direttamente dal sito internet www.codacons.it

In questo modo riceveranno, con la massima priorità, gli aggiornamenti e informazioni sulle ulteriori iniziative dell’Associazione, in modo da poter procedere alla richiesta di risarcimento dei danni subiti per una vicenda che non trova precedenti nella storia di una città da decenni alle prese con il cronico problema di fare arrivare l’acqua nei rubinetti delle case.

La vicenda non può finire nel dimenticatoio, conclude il Codacons. Siamo giunti al “redde rationem”: i sogggetti chiamati ad intervenire nella vicenda dovranno rendere conto del proprio operato ai cittadini.

Che altro dire? Chi ha sbagliato, almeno stavolta, dovrà pagare il conto, che si preannunzia piuttosto salato…

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