Alessandro Russo Consigliere Comunale di Messina

Covid. Tamponi nelle scuole di Messina, Russo: «Troppo poche le adesioni»

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Continua la campagna screening rivolta agli studenti delle scuole di Messina per prevenire il contagio da Covid-19. Per il consigliere comunale del PD, Alessandro Russo, però, ci sarebbe una comunicazione poco efficace da parte dell’Amministrazione e troppe poche adesioni da parte dei ragazzi.

«La campagna di tamponi “di massa” – scrive Russo in una nota – rivolta alla popolazione scolastica in questi giorni è uno strumento essenziale per consentire, auspicabilmente a breve, la ripartenza in presenza dell’anno scolastico. Avere un quadro il più ampio e diffuso della situazione epidemiologica nelle scuole è un punto di partenza imprescindibile per tenere sotto controllo l’eventuale ulteriore diffusione».

Screening nelle scuole, Russo: «Troppo poche le adesioni»

La partecipazione allo screening è su basa volontaria, gli studenti di Messina – ma anche le famiglie, i docenti e il personale Ata posso registrarsi e sottoporsi al tampone.

«Le esperienze in tal senso – si legge nella nota del consigliere Russo – che vengono dai Paesi che hanno contenuto il virus indicano come campagne di tamponi di massa possano aiutare il tracciamento e l’individuazione dei focolai proprio nelle scuole. Ecco perché suscita preoccupazione il dato medio di adesione della popolazione scolastica alla campagna avviata in questi giorni. Troppo poche le adesioni, troppi bassi i numeri di quanti aderiscono. Occorre una energica stretta proprio per assicurare che le lezioni possano riprendere in presenza con maggiore sicurezza».

Le soluzioni del consigliere Russo

Secondo Alessandro Russo, quindi, per poter coinvolgere gli studenti sarebbe necessario – da parte dell’Amministrazione – tenere viva l’attenzione sulla campagna di screening. «L’esperienza di questi giorni – continua Russo – sta dimostrando alcuni punti critici che devono essere superati affinché la campagna possa avere un’efficacia vera».

«Innanzitutto – sottolinea –, l’Amministrazione comunale, una volta avviata la campagna, deve costantemente tenere viva l’attenzione della città e delle famiglie sulla necessità di aderire alla campagna in corso: non ci si può certo ritenere soddisfatti solo con l’invio di circolari alle scuole cittadine, senza ulteriori attività di sprone e di sensibilizzazione soprattutto sui dirigenti scolastici, che dovrebbero invece essere costantemente stimolati a fare campagna di diffusione su studenti e docenti dei propri istituti».

Dall’assessore alla Pubblica Istruzione Laura Tringali e dal sindaco Cateno De Luca, l’esponente del PD si sarebbe aspettato «una campagna di comunicazione costante e ai limiti della invadenza su scuole e famiglie messinesi, veicolando il messaggio della estrema necessità di aderire alla campagna di screening in corso. Invece, al di là delle circolari e delle semplici comunicazioni burocratiche, non sembra assistersi ad uno sforzo collettivo delle istituzioni nei confronti delle famiglie e degli studenti, che mettono in secondo piano l’urgenza e l’importanza dell’adesione allo screening in corso».

E le scuole?

Nel mirino, però, anche gli istituti scolastici: «Le scuole, d’altro canto, al di là della comunicazione formale alle famiglie con circolari e note interne – specifica Russo –, non sembrano aver esercitato molta altra pressione informativa, né abbiano rappresentato agli studenti e alle famiglie la grande importanza di questo passaggio. La mera comunicazione burocratica, se assolve ai compiti della pubblicità formale, certamente non può bastare a raggiungere in maniera adeguata migliaia di famiglie e di studenti. Soprattutto laddove si tenga in considerazione che le circolari sugli screening sono partite nelle scuole messinesi con tempistiche in alcuni casi veramente minime: ci si chiede come si possano raggiungere migliaia di ragazzi in soli due o tre giorni di comunicazione formale di una circolare».

Il mancato coinvolgimento dei rappresentanti degli studenti

Un passaggio importante, inoltre, secondo Russo, sarebbe stato quello di coinvolgere anche i rappresentati degli studenti: «Ci si chiede perché i rappresentanti degli studenti, che hanno un ruolo istituzionale dentro le scuole, salvo che in rarissimi casi, non siano stati coinvolti nel processo di diffusione delle notizie e di sensibilizzazione degli altri loro compagni di scuola. La campagna di screening è talmente importante e delicata che la comunicazione deve girare in tempi brevi e a quanta più popolazione possibile.

Gli studenti parlano tra loro – aggiunge –, si consultano, discutono: la comunicazione deve arrivare con i mezzi che non siano solo quelli formali. Quanta importanza hanno i rappresentanti in questo percorso di sensibilizzazione è fatto che solo chi non conosce la scuola può trascurare. E non averli coinvolti in questi giorni si sta rivelando un vero e proprio errore comunicativo. Finché sono in tempo, le scuole si attivino per coinvolgere gli stessi ragazzi nella rete informativa sui tamponi da farsi».

«Serve un maggiore coinvolgimento delle famiglie e dei ragazzi stessi»

Per Russo, i dati sulla campagna screening rivolta alle scuole di Messina sono sconfortati e sarebbe necessario quindi utilizzare una comunicazione più efficace per interagire con studenti e famiglie. «I numeri che emergono – afferma – sono sconfortanti. Serve che le famiglie dei ragazzi intervengano più direttamente nell’azione di sensibilizzazione e per far questo occorrerebbe che dai livelli più alti, dall’Assessora o dal Sindaco e dai dirigenti scolastici, si comunicasse con tutti i mezzi possibili l’urgenza di questo momento. Perché tante sono le famiglie che non conoscono le procedure, che temono rischi per la salute dei figli, che non sanno addirittura perché vanno fatti i tamponi: sono le istituzioni in maniera stretta e sinergica a dover chiarire i dubbi delle famiglie e stimolarle per fare aderire i propri figli alla campagna in corso».

«C’è ancora troppa poca adesione – conclude l’esponente del PD in Consiglio Comunale –, la preoccupazione sulla sicurezza della ripartenza dell’anno scolastico è tanta e serve che l’Amministrazione imprima una sterzata al generale atteggiamento di normale prassi burocratica che sia il Comune che la gran parte delle scuole sta tenendo su questa campagna. I ragazzi non sono certo soggetti passivi della scuola, come li si ritiene in maniera errata anche adesso. Se adeguatamente coinvolti nella sensibilizzazione (come non è stato fatto finora), possono rivelarsi utilissimi strumenti per cambiare il passo veramente basso di questa campagna di tamponi».

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