È stata respinta la mozione di censura presentata all’ARS contro l’assessore alla Salute Ruggero Razza, accusato di non aver gestito in maniera adeguata l’emergenza sanitaria in Sicilia nel corso della seconda ondata. Al momento della votazione all’Assemblea Regionale Siciliana, 36 deputati hanno dato ragione all’esponente del Governo Musumeci, mentre 24 hanno espresso voto favorevole alla mozione presentata dall’opposizione.
Cos’è una “mozione di censura”? Per farla breve, è uno strumento con cui il parlamento siciliano può esprimere parere negativo nei confronti dell’operato di un altro soggetto, in questo caso dell’assessore alla Salute Ruggero Razza. Tra i promotori della mozione, Italia Viva, che durante la Seduta all’ARS.
«La gestione dell’emergenza Covid nella seconda ondata – ha dichiarato il deputato regionale Luca Sammartino –da parte del presidente Musumeci e dell’assessore Razza è stata inadeguata. Per mesi abbiamo cercato in maniera responsabile di consigliare l’assessore dando anche delle soluzioni: potenziamento della medicina territoriale, puntare sulla riabilitazione del paziente post Covid, prevedere Covid center e non smantellare i reparti ordinari. Gli operatori sanitari, che dobbiamo sempre ringraziare, sono rimasti da soli, come i giovani medici delle USCA, o come i professionisti della sanità siciliana che hanno chiesto di svuotare i reparti, sono rimasti inascoltati. Avevamo, nella prima ondata, ottenuto del tempo prezioso e avevamo chiesto di non perderlo. Purtroppo la Sicilia adesso arretra e l’atteggiamento è stato arrogante, anche verso il Governo nazionale».
La replica di Ruggero Razza alle accuse rivoltegli dall’opposizione è stata secca. Pur ammettendo che possono esserci stati degli errori, ha sottolineato: «Non è vero che la Sicilia non ha lavorato in estate – ha dichiarato prima del voto sulla mozione. Il piano di rafforzamento delle terapie intensive è di maggio, porta la rete a 720 posti letto: questo parametro e la rete è stata approvata il 22 luglio dal ministero della Salute».
«Il rapporto col ministro della Salute Roberto Speranza – ha aggiunto – è stato costante e sempre leale. In Sicilia tutti hanno avuto assistenza, nessuno è andato altrove per essere curato. In Francia e persino in Svizzera, pazienti sono stati trasferiti in altri Paesi. Molto facile puntare l’indice su cui lavora. Il confronto è politico, io non mi sento un imputato».
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