Cos’è il South Working? Il 28 marzo lo raccontano i ragazzi di “Fuori di ME”

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Lo avevano annunciato il 23 marzo e adesso ci siamo. Domenica 28, dalle 18:30, tornano i ragazzi di “Fuori di ME” – associazione che coinvolge messinesi traslocati fuori dallo Stretto per motivi di studio o lavoro – con “South Working: un’opportunità per il Meridione”. Un confronto aperto a tutti, in diretta sui social, per discutere su come la pandemia ha cambiato le modalità di lavoro ma anche le nostre vite.

«La Pandemia – scrive Fuori di ME – ha sconvolto le nostre vite e ha portato anche nuove modalità di lavoro che prenderanno sempre più piede. Il South working rientra fra queste, se ne sente molto parlare e per molti lavoratori e lavoratrici rappresenta il presente, ma anche il futuro.

È fondamentale, però, analizzare il concetto di South working nel suo significato più profondo, evitando le strumentalizzazioni del caso e non soffermandosi in superficie. Può essere davvero un’ opportunità imperdibile per il meridione?». Intervengono: il vicesindaco del Comune di Messina Carlotta Previti, il presidente South Working Elena Militello, la volontaria South Working Chiara Caracciolo, l’ex assessore Tonino Perna e il ricercatore dell’UniMe Guido Noto.

Cos’è South Working?

South Working è entrato nel gergo comune dal 2020, da quando a causa della pandemia, lo smartworking è arrivato a gamba tesa nelle nostre abitudini. A coniarlo sono stati alcuni professionisti – provenienti dal Sud-Italia – per identificare quella condizione lavorativa che ti permette di tornare a lavorare al Sud ma per aziende del Nord. Tanto da aver creato una mappa che indica i presidi del South working ma anche una Carta.

La Carta del South Working

Tra i punti della Carta redatta dall’Associazione South Working:

  • Coesione: La finalità dell’Associazione e del progetto è la promozione della coesione economica, sociale e territoriale e riduzione del divario attualmente esistente tra territori con differenti livelli di sviluppo, valori stabiliti all’art. 119 della Costituzione Italiana e dagli artt. 174-178 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea.
  • Smart working: La diffusione e promozione di contratti di lavoro agile o “smart working” (di cui alla l. 81/2017) in via principale a distanza per datori di lavoro situati altrove rappresenta un mezzo scelto dall’associazione per giungere al miglioramento dell’ecosistema economico e sociale.
  • Sud relativo: South Working si concentra, in particolare, sul rilancio e sulla promozione del Meridione e delle aree interne dell’Italia. Tuttavia, l’Italia intera potrebbe trarre beneficio dal progetto, attraendo talenti dal resto del mondo. Il Sud è da intendersi come un concetto relativo, perché “siamo tutti il Sud di qualcun altro”.
  • Volontarietà: l’associazione è basata sulla volontarietà degli spostamenti di lavoratrici/ori. Contrasta piani di delocalizzazione forzata del lavoro. Non difende la possibilità di riduzione dei salari in base al costo della vita nei territori di destinazione.
  • Nuova cultura del lavoro: si promuovono percorsi di formazione adeguata per i lavoratori in South Working (“South Worker”) finalizzati, tra le altre, al mantenimento di un sano equilibrio tra vita privata e lavoro, condizioni di lavoro ottimali e alti standard di produttività, non più associati alla mera presenza fisica di lavoratrici/ori in sede.
  • Vulnerabilità: contratti di lavoro agile altresì al fine di introdurre nuove opportunità di impiego per le categorie con minore accesso al mercato del lavoro o vittime di discriminazione sul luogo di lavoro.
  • Dinamiche di genere: cultura del lavoro agile attenta alle dinamiche di genere, per evitare che questo diventi lo strumento per aumentare ulteriormente i c.d. doppi carichi di lavoro o relegare ulteriormente la donna ai compiti di cura.
  • Mobilità: si portano avanti e si difendono le iniziative di mobilità senza alcuna limitazione geografica e territoriale. Difende quindi la mobilità come mezzo di crescita personale e professionale. La mobilità è un punto cardine da applicare, per chi ne ha la possibilità, in ogni aspetto sociale, professionale e personale.
  • Win-Win: proporre una nuova prospettiva che porti vantaggio a tutti i portatori di interesse coinvolti, ripensando le tradizionali dinamiche lavorative e socio-culturali.

 

 

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