Con l’avvio della fase 3 della lotta al coronavirus possiamo iniziare a definire il modo in cui il Paese ha speso il tempo durante il lockdown, grazie ai dati forniti dall’Istat. C’è chi ha lavorato, chi ha cucinato e chi ha avuto tempo per i figli. C’è chi ha dormito di più e chi si è svegliato più tardi del solito. La quasi totalità della popolazione italiana è riuscita a dedicarsi ad attività di tempo libero. Circa il 92% degli italiani ha guardato la tv e 1 su 4 ha fatto sport in casa.
Pubblicati dall’Istat – Istituto Nazionale di Statistica – i primi dati che raccontano gli italiani durante il lockdown. Un quadro che restituisce l’immagine di un Paese rimasto fermo per due mesi, a causa della pandemia da Covid-19.
Il tempo durante il lockdown – i dati dell’Istat
Il lockdown ha stravolto la quotidianità di tutti gli italiani e ha influenzato il nostro modo di trascorrere il tempo. Se prima, infatti, si lasciavano i figli a scuola, si correva a lavoro e dopo 8 ore ci concedevamo la palestra o un aperitivo, con il lockdown le abitudini sono dovute cambiare.
A dirlo, i dati dell’Istat che fotografano il Bel Paese durante la Fase 1 dell’emergenza coronavirus. Il dato che emerge con evidenza è che quasi la totalità della popolazione è riuscita a dedicarsi ad attività di tempo libero circa il 98.3% degli italiani.
Tutti i numeri del lockdown
Secondo i numeri dell’Istat, gli italiani durante la fase 1 si sono dedicati alla pulizia della casa, al lavoro da remoto, alla preparazione dei pasti e ai figli. Tutti i numeri:
- Lavoro familiare – 76,9% (pulizia della casa, cura dei conviventi);
- Lavoro da remoto – 16,7%;
- Studio – 8% (quota che sale al 61,9% tra gli studenti di 18 anni e più);
- Uscite – 28% (passeggiata, andare a lavoro, a fare la spesa);
- Preparazione pasti – 63% (l’82,9% delle donne, il 42,9% degli uomini);
- Attività tempo libero (tv, videochiamate e lettura) – 98,3%.
Inoltre, un terzo dei cittadini si è svegliato più tardi rispetto a prima della quarantena e un quinto ha dormito di più. Ad approfittarne sono stati gli uomini più delle donne.
La cura dei figli è l’attività che più frequentemente delle altre ha fatto registrare un incremento del tempo dedicato abitualmente, in particolare per il 67,2% di coloro che l’hanno svolta, mentre per il restante 29,5% non ci sono state variazioni. Il report completo.
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