Dopo l’acceso dibattito in Consiglio Comunale, continua la polemica sulle modifiche al Regolamento della Consulta giovanile di Messina. A riaccendere il dibattito sono i consiglieri del Pd, Antonella Russo e Felice Calabrò: «Approvate modifiche peggiorative, è stato negato ai giovani messinesi di potersi avvalere di un vero strumento che porti la loro voce nel Palazzo».
Nel pomeriggio di ieri, mercoledì 15 dicembre, il Consiglio Comunale ha approvato le modifiche al Regolamento della Consulta giovanile del Comune di Messina – istituita con una delibera del 2021, mai realmente applicata. Modifiche che non hanno convinto i consiglieri del Pd Antonella Russo e Felice Calabrò, che hanno quindi provato a presentare degli emendamenti, bocciati dalla maggioranza.
A creare particolare dibattito, la decisione di inserire come membro (senza però diritto di voto) anche l’assessore alle Politiche Giovanili. Secondo i consiglieri del centrosinistra, tale impostazione minerebbe l’autonomia della Consulta giovanile: «Come gruppo del PD – scrivono i due consiglieri – abbiamo tentato di restituire dignità alla Consulta giovanile, ma senza risultato, visti i numeri da maggioranza bulgara che la giunta Basile vanta in Aula. Abbiamo tentato di eliminare l’ingerenza dell’amministrazione comunale nell’attività della Consulta, davanti al tentativo iniziale che addirittura anche il Sindaco e l’assessore al ramo fossero inseriti in seno all’organismo, ma non ci siamo riusciti; con la conseguenza che ci sarà un rappresentante dell’Istituzione comunale tra i giovani partecipanti della Consulta, e questo minerà certamente la libertà e l’autonomia della Consulta stessa».
Altro punto del nuovo Regolamento prevede che i giovani che fanno parte di movimenti politici non possano far parte della Consulta. Anche su questo, il Pd ha presentato un emendamento, poi bocciato: «Abbiamo anche cercato di impedire – scrivono Calabrò e Russo – che a giovani dai 16 ai 26 anni, sol perché appartenenti a movimenti politici, fosse inibito l’accesso a questo istituto di partecipazione popolare, ma anche questo emendamento, come il primo, è stato bocciato».
Un ultimo emendamento – anche questo bocciato – mirava a rendere il parere della Consulta obbligatorio, anche se non vincolate, a delibere riguardanti, appunto, le politiche giovanili. «Siamo stati costretti – concludono i consiglieri del PD –, quindi, a votare negativamente una modifica peggiorativa del precedente regolamento istitutivo della Consulta giovanile, perché è stato approvato uno strumento che – di fatto – non garantisce la libertà, l’autonomia, e l’autorevolezza ad uno strumento di partecipazione dei giovani alle scelte amministrative della città. Poi non lamentiamoci se i nostri ragazzi non si sentono adeguatamente presi in considerazione e se giustamente bollano la politica (quella con la p minuscola) altro e diverso da loro. Oggi è stato negato ai giovani messinesi di potersi avvalere di un vero strumento che porti la loro voce nel Palazzo. Altra occasione sprecata».
Il nuovo regolamento è stato approvato con 15 voti favorevoli, 2 contrari (Felice Calabrò e Antonella Russo del Pd) e 2 astenuti (Dario Carbone di FdI e Giovanni Caruso del gruppo “De Domenico Sindaco”). A questo link alcuni dettagli in più su cos’è la Consulta giovanile.
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