«Un testa o croce sarebbe stato più sbrigativo tra gli ospedali Papardo e Piemonte per decidere la sistemazione di un unico Punto Nascite a Messina. La scelta del presidio di Viale Europa è diventata una disputa tra residenti di zona nord e centro urbano, politici e sindacalisti. Mentre le reali criticità sono da ricercare nello smembramento dei reparti». Questa è la denuncia del Comitato “Salvare l’Ospedale Piemonte” (nato subito dopo il provvedimento di chiusura dell’omonimo plesso), rivolta al Prefetto di Messina, Stefano Trotta, lo scorso martedì 22 ottobre. Una rappresentanza del Comitato (il presidente Marcello Minasi, uno dei fondatori, Silvano Arbuse, la specialista di Chirurgia, Donatella Melina e il sindacalista Giovanni Micali) ha infatti incontrato Trotta in sede prefettizia per rimarcare che l’attenzione pubblica si è spostata sulla notizia di spicco: il Polo Materno Infantile.
Secondo il comitato, si trascurano però le priorità: mantenere alto il livello d’assistenza con Pronto Soccorso e specialistiche operative. Il Prefetto ha acquisito con interesse le informazioni di chi conosce personalmente quella realtà ospedaliera, ricevendo un report scritto sulle attuali condizioni.
«Il progetto iniziale della Regione Siciliana – spiega il giudice Minasi – di eliminare duplicati di reparti e discipline cliniche nell’ambito, in funzione di una razionalizzazione della Spesa sanitaria deve essere rivisto e corretto. Il Piano di Rientro va contestualizzato a una città difficile sotto il profilo viabilità, come Messina, che non può subire la mentalità aziendale dell’unione “Papardo-Piemonte”. Coprire la distanza tra i due punti ospedalieri diventa insostenibile, in determinati orari e periodi dell’anno, con una sola strada di collegamento».
«Ci sarà un motivo più che valido — prosegue il magistrato — per cui la Protezione Civile ha indicato il nosocomio “Piemonte” come unica area di raccolta e raggiungibile a piedi, in caso di calamità naturale, comunque vicina allo svincolo autostradale. Perché sfidare le strategie urbanistiche che si preoccupano della tutela dei cittadini? L’Ospedale deve essere restituito alla collettività come Punto d’emergenza-urgenza con la sua vera mission e le sue specialistiche, a partire da Emodinamica».
«Assistiamo da anni a una graduale operazione di smantellamento nei confronti del Piemonte” — aggiunge Arbuse. In atto, sono attivi 78 posti letto (di cui 4 sono di Pronto Soccorso in barella), che corrispondono a 7 specialistiche (Ostetricia e Ginecologia, Cardiologia, Pediatria e U.TI.N., Medicina, Chirurgia generale, Ortopedia, Rianimazione), contro i 121 disposti dal Piano Sanitario Regionale. La riduzione della degenza avrebbe dovuto rispettare i tempi della messa in sicurezza del nosocomio. Invece, il Padiglione 4, i cui lavori di ristrutturazione sono stati ultimati da mesi (tra reparto di Medicina Generale, Patologia Clinica e Centro Prelievi), non è stato ancora aperto all’utenza. Il Pronto Soccorso e i reparti di Utic e Cardiologia non sono a regime. Il Padiglione 6 ha già superato la scadenza per la consegna di altri lavori di adeguamento sismico. Nel complesso, oltre 2 milioni e mezzo di euro spesi».
«Le Unità Operative sono costrette a turni massacranti — commenta la dottoressa Melina — perché non hanno un numero di medici e paramedici sufficienti a garantire l’assistenza. Basta pensare che, in tutta la struttura, sono disponibili solo 9 anestesisti di cui 4 deputati al solo reparto di Rianimazione. Eppure il presidio conta un aumento di interventi annui, quali 32 mila accessi al Pronto Soccorso Generale e oltre 1000 parti».
«Temiamo — dichiarano gli esponenti del Comitato — che l’iniziativa di creare un Polo Materno-Infantile, ritenuto comunque un’importante eccellenza sanitaria, così come esposto dall’Assessore Regionale Borsellino, possa costituire una rischiosa caduta di interesse nei confronti della riattivazione di tutto il Presidio. Su questo — continuano —, il governo Crocetta e il Commissario straordinario devono darci assicurazioni certe».
«A nostro avviso — conclude il Comitato —, la sopravvivenza di un Ospedale efficiente ed inalienabile per la comunità messinese deve essere garantita ed eventualmente coincidere con la realizzazione di un Polo Materno-Infantile al “Piemonte”, che comporta un cospicuo investimento economico e professionale».
Nel corso degli anni, il Comitato e tutti i sindacati hanno spinto per mantenere in vita il Presidio di viale Europa. Il Comitato ha cercato, già lo scorso marzo, un approccio con l’assessore Borsellino recandosi a Palermo, in passato con l’ex titolare alla Salute, Russo e, due mesi fa, con l’Amministrazione Accorinti, attraverso l’assessore Mantineo. Adesso, chiede un sostegno fondamentale al prefetto Trotta, così come fece con il predecessore Alecci.
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