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Cmdb contro De Luca: «Il natale 2021 e quei fondi “rubati” alla cultura»

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«Dedicare fondi alla cultura è sempre giusto. A meno che non lo si faccia sottraendo fondi… alla cultura»: così Cambiamo Messina dal Basso commenta la decisione della Giunta De Luca di destinare 1.900.000 euro agli eventi di Natale (anziché 1.200.000), rimodulando le somme previste tra il 2021 e il 2023 dal “Piano Promozionale Messina città della Musica e degli eventi”. Secondo il Movimento, la scelta dell’Amministrazione tradirebbe una mancanza di una strategia che sia finalizzata allo sviluppo della città dello Stretto.

Cos’è successo? Nei giorni scorsi la Giunta De Luca ha approvato una delibera che rimodula la distribuzione annuale dei 7.500.000 euro provenienti dal POC/PON Metro e destinati al piano presentato a ottobre per il rilancio culturale e turistico di Messina. In soldoni, si tratta di spostare 700mila euro aggiungendoli al milione e 200mila euro assegnato inizialmente agli eventi di Natale 2021. Ieri, il consigliere comunale Alessandro Russo aveva inviato un’interrogazione proprio per comprendere le ragioni di questa decisione. Oggi è Cmdb a commentare.

«Non entriamo nel merito della somma in sé, di quanto possa essere proporzionata o meno – scrivono da Cambiamo Messina dal Basso. Spendere sulla cultura, soprattutto di questi tempi, è fondamentale. Ma dirottare su attività di ordinaria amministrazione fondi che in realtà servirebbero per lo sviluppo strategico della città proprio nell’ambito culturale è assurdo e paradossale. Spenderli in questo modo, al di là dei profili di legittimità su cui altre istituzioni saranno chiamate a pronunciarsi, vuol dire infatti perdere opportunità per interventi strutturali nell’ambito della cultura e del turismo, che potrebbero generare, attraverso circoli virtuosi, ulteriore ricchezza culturale ed economica».

Il punto, per Cmdb,  è che mancano le infrastrutture culturali in città, da quelle fisiche a quelle tecnologiche. Non solo: «Manca una visione d’insieme – aggiungono – di carattere metropolitano (ciò a cui serve il POC/PON metro, per l’appunto), capace di attrarre pubblici distanti ed investimenti esogeni. Ma qui, anziché puntare su riqualificazione e apertura di spazi abbandonati, creazione di piattaforme digitali, vere campagne – ragionate – di promozione del territorio e del suo patrimonio culturale (fatto non solo di beni materiali, ma anche delle tante realtà teatrali, musicali, artistiche che lo vivono e lo attraversano), si organizzano invece eventi, sagre e manifestazioni di altro tipo, peraltro senza alcuna apparente regia».

«E restano – prosegue Cambiamo Messina dal Basso – tanti interrogativi non solo di opportunità e legittimità, ma anche di trasparenza. Chi sceglierà cosa finanziare? Come? In base a quali criteri? La manifestazione di interesse pubblicata dal Comune già prima della rimodulazione delle spese era molto chiara, al riguardo: “non è indetta alcuna procedura concorsuale e non sono previste graduatorie di merito o attribuzioni di punteggi (…) Pertanto, le proposte valutate di interesse dell’Amministrazione potranno essere oggetto di affidamento diretto”. Tutto questo appare assurdo e incomprensibile, se non alla luce di uno scenario da campagna elettorale. Ecco, appunto».

 

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