Breve cronologia delle epidemie a Messina
Al di là della natura delle epidemie, potrebbe sorprendere, ma fino a un certo punto, come i metodi di contenimento del contagio non siano cambiati poi tanto, nonostante il passare del tempo e il progredire della scienza e della tecnica abbiano notevolmente influito dal punto di vista della cura. Ciò che maggiormente si tramanda sono i comportamenti e le risposte dei governanti impegnati a salvare la città dal dilagare del contagio.
Ma vediamo, partendo da tempi lontani, quali sono state le malattie che maggiormente hanno colpito Messina.
«Dell’antichità non abbiamo documenti, ma per quel che riguarda la salute, dai reperti archeologici delle necropoli vediamo come, in epoca preistorica, la malattia più frequente nelle popolazioni indigene di Messina – riscontrabile dai resti ossei (osteologici) – fosse l’artrite deformante. Le deformazioni ossee causate dalla malattia si vedono ancora dai reperti rinvenuti. In molti dei corpi dei messinesi dell’età del Bronzo era ricorrente questa malformazione ossea dovuta all’umidità.
Facendo un balzo notevole avanti nel tempo, arriviamo alla storia documentata. Con la venuta dei Normanni e con le crociate in Terra Santa, nasce il problema dei contagi. Al ritorno dall’Oriente, i viaggiatori portavano con sé malattie presenti in altri paesi, in particolare la lebbra. Successivamente, si diffuse a diverse ondate, anche la peste. Per quel che riguarda la città dello Stretto, si segnalano la peste del 1347 – la stessa che diede lo spunto a Boccaccio per la scrittura del Decamerone -, quelle del 1502 e del 1522, di cui lasciò testimonianze anche lo scienziato messinese, Francesco Maurolico e, naturalmente, quella del 1743, che ebbe risonanza a livello internazionale».
Per quel che riguarda, invece, l”800, fu il “secolo del colera”, mentre del ‘900 si segnala la diffusione della tubercolosi, soprattutto tra i bambini.
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