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Caso Renato Ciraolo. Russo (PD) presenta un esposto al Prefetto di Messina

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Renato Ciraolo ripreso a sua insaputa in un video pubblicato sul profilo social del sindaco di Messina Cateno De Luca è diventato un caso. Caso che ha fatto scatenare l’opinione pubblica e politica. Adesso, il consigliere comunale del Partito Democratico Alessandro Russo – come aveva anticipato – ha fatto un esposto al Prefetto di Messina.

Russo chiede al Prefetto di intervenire sui metodi comunicativi del Sindaco di Messina, che secondo l’esponente del PD, creerebbero un clima di scontro, violenza e pressione. «Si chiede al Prefetto – scrive in una nota Russo – se i fatti siano accettabili in una comunità come quella messinese, se i metodi di gogna pubblica utilizzati siano consoni con i principii del vivere civile e del decoro istituzionale a cui il sindaco, come il sottoscritto e come chiunque sia chiamato ad assolvere ruolo pubblico, si impegna al rispetto nel momento del giuramento sulla Costituzione».

Il libraio Renato Ciraolo ripreso a sua insaputa

Nel video, pubblicato sul profilo di De Luca, si vede un uomo che butta la spazzatura nei mastelli di Villa Dante e successivamente davanti alla sua abitazione. Nonostante il volto dell’uomo sia stato oscurato, si capisce – dalla filastrocca dai toni beffardi che accompagna il post – che l’uomo ripreso è Renato Ciraolo.

«Il sindaco di Messina – continua Russo – ha pubblicato, sebbene parzialmente bianchettato da pecette per rendere anonime i soggetti inquadrati, un video anonimo, del quale non comunica la paternità, né le modalità attraverso le quali tale video sia giunto in suo possesso, in cui è rappresentato un cittadino messinese nell’atto di raccogliere un paio di scatole in cartone e in quello di portarle presso il raccoglitore della raccolta indifferenziata collocato in uno spazio di Villa Dante.

Tale video, accessibile a chiunque nella rete, è corredato da un commento in strofe in cui è molto semplice rintracciare chiaramente l’identità del soggetto inquadrato nel video, il quale – peraltro – è accusato pubblicamente di “non pagare la TARI” dovuta dai cittadini messinesi, circostanza, questa, che non corrisponderebbe in alcun modo a verità.

Al di là della circostanza denunciata dal sindaco, del tutto da verificare ma comunicata come consolidata all’opinione pubblica attraverso la pubblicazione del menzionato video anonimo, chiedo al Prefetto di poter porre in essere un autorevole suo intervento per ristabilire l’istituzionalità e il decoro che sono connaturate alla alta funzione di Sindaco di una comunità.

Non basti a sollevare dalle considerazioni di opportunità o di responsabilità in questa vicenda la presumibile giustificazione, da parte del sindaco della città, che sul “post” video non si è fatto il nome del cittadino in questione: la didascalia di accompagnamento e il rimare fraseggiato di commento al “post” espressamente rendono chiara l’identificazione del cittadino interessato. Con l’aggravante che sempre in una parte del video, si riprende – ancora una volta da lontano e anonimamente – il cittadino dinanzi la propria abitazione, di fatto rendendola riconoscibile e altrettanto individuabile: una violazione di inaudita gravità».

I metodi di De Luca

Alessandro Russo chiede quindi un intervento del Prefetto di Messina Cosima Di Stani per «interrompere al più presto questa pratica di comunicazione social che il sindaco De Luca da mesi ormai persegue, costituito dall’incoraggiamento attivo ad atti di delazione, da pratiche sicuramente illegittime – come ad esempio la “taglia” posta sul capo del presunto inquinatore secondo i metodi e le modalità del peggiore cinema western, da incitazione allo scontro verbale e psicologico nei confronti di chi legittimamente esercita un diritto di critica anche a livello istituzionale.

Solo un intervento autorevole potrebbe interrompere un tale e preoccupante degrado morale e politico a cui si assiste in queste settimane e in queste ore. L’incolumità dei singoli cittadini, la loro riservatezza, la loro tutela nei confronti delle violenze verbali e psicologiche sono compiti essenziali delle Istituzioni. È per tali ragioni che chiedo un autorevole intervento del Prefetto per assicurare che le sconsiderate scelte personali del sindaco di Messina non continuino ad alimentare quel clima di scontro, di violenza e di pressione nei confronti di chiunque non la pensi come lui e che può rischiare di portare anche a violenza fisica nei confronti di chi dissente».

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