casa cammarata, sterpaglie e pulizia di un gruppo di studenti

Casa Cammarata circondata da piante infestanti, ma ci pensa un gruppo di studenti

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Per Casa Cammarata «il vero nemico è l’abbandono istituzionale», lo scrive il gruppo Zonacammarata denunciando la mancanza di cura per il castello di via Maregrosso, a Messina, ancora una volta circondato da piante e sterpaglie. Vedendo la Casa ridotta così, un gruppo di studenti del Cospecs ha deciso di fare qualcosa, ha ripulito l’area e lasciato un messaggio per chiedere che la baracca/castello della zona Sud venga liberata e resa fruibile.

Ne abbiamo parlato già altre volte, negli anni ’70 un ex soldato e muratore in pensione ha deciso di trasformare la baracca in cui abitava in un “castello”, colorato, ricco di arte e di vita. Negli anni, purtroppo, dopo la morte di Giovanni Cammarata la sua opera è stata pian piano messa da parte, sebbene ci siano stati gruppi di persone – come appunto i membri di Zonacammarata – che hanno cercato di mantenere vivo e fruibile il piccolo monumento di Maregrosso. Recentemente, purtroppo, Casa Cammarata è stata oggetto di diversi incidenti e, nonostante i progetti, appare ancora abbandonata a sé stessa.

Ma ieri, un gruppo di studenti del Cospecs (Dipartimento di Scienze cognitive, psicologiche, pedagogiche e degli studi culturali) dell’Università di Messina ha deciso che non ci stava.

Ce lo racconta Zonacammarata.

Casa Cammarata, la mancanza di cura, l’appello di Zonacammarata

trave a Casa Cammarata, in via Maregrosso a Messina che chiede «liberate casa cammarata»«Colgo l’occasione per ringraziare chi – scrive Zonacammarata –, nel progetto di asfaltizzazione di via Maregrosso, ha rispettato la casa di Cammarata, immaginando un marciapiede che la separi dalla strada, sostituendo quell’orribile muretto di cemento e prevedendo un sistema di illuminazione.

Mi spiace che alcune delle nostre proposte minime (marciapiedi artistici, niente ringhiera, incorporare nel cantiere altre opere d’arte) non siano state prese in considerazione. Su quelle di massima abbiamo scritto libri, fatto video, conferenze, prodotto murales e non è questa la sede per parlarne (non è un bene da musealizzare ma una cosa viva che urla e segnala la direzione da prendere a Maregrosso).

Mi corre l’obbligo di segnalare che al netto dei lodevoli interventi rimane comunque scoperta una questione enorme, la cura del bene. Quella ringhiera verde che per noi separa Cammarata dal quartiere è stata da voi voluta per “proteggerlo”. In realtà il vero nemico è l’abbandono istituzionale, l’incapacità progettuale, l’assenza di entusiasmo e responsabilità.

Per farla breve la casa è di nuovo circondata da piante infestanti alte quattro metri che misurano in maniera micidiale l’ultimo intervento di pulizia. Ma Cammarata non è del Comune, non è della terza Circoscrizione, non è della soprintendenza ma è “di nessuno e degli amanti” come mi hanno scritto in una commovente lettera un gruppo di studenti che ieri ha pulito la casa a mani nude e immagino hanno percepito fiammate di quella magia congelata a Maregrosso. Insomma la casa adesso è pulita e la (pessima) illuminazione sarà ampliata da lampade solari.

Ci fate il favore di passare con un mezzo e raccogliere la montagnola di piante infestanti già estirpate? Solo questo.

ps. – conclude Zonacammarata – quando il cantiere sarà ultimato e la ringhiera chiusa dall’ennesimo lucchetto, non saranno possibili nemmeno queste azioni, le uniche che da almeno 15 anni permettono la relazione e la fruizione della cittadinanza all’unico monumento autocostruito di Messina».

(Foto © Zona Cammarata)

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