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Caro energia, a Palermo la manifestazione: cosa propongono sindacati e associazioni

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Da piazza Croci al Teatro Massimo: la manifestazione regionale dei sindacati contro il caro energia si sta muovendo in queste ore a Palermo. Sedici i punti in cui sono sintetizzate le proposte che passeranno al vaglio delle istituzioni: l’applicazione immediata e reale di un tetto al prezzo dell’energia; una moratoria di 12 mesi alle bollette; un prolungamento per la rateizzazione delle bollette almeno fino a giugno 2023; l’incremento del credito d’imposta per il caro energia elettrica dal 30% al 50% e l’introduzione di un meccanismo finalizzato allo slittamento del termine per l’utilizzo dello stesso credito d’imposta legato all’energia, ma anche al gas, finanziamenti a tasso agevolato alle imprese per fare fronte alle esigenze di liquidità determinate dall’aumento del prezzo dell’energia elettrica.

La manifestazione, organizzata da Cna Sicilia, Ance Sicilia, Ascom Sicilia, Casartigiani Sicilia, Cia Sicilia, Cidec Sicilia, Claai Sicilia, Confagricoltura Sicilia, Confartigianato Sicilia, Confcommercio Sicilia, Confcooperative Sicilia, Confesercenti Sicilia, Confindustria Sicilia, Copagri Sicilia, Legacoop Sicilia, Cgil Sicilia, Uil Sicilia, Associazione Italiana Amministratori Condomini, Unai e le consulte giovanili Movimento Terra è Vita e Trinacria, vede sfilare anche decine di sindaci e si concluderà con la consegna di alcune proposte al presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, e al prefetto di Palermo, Emanuele De Francesco, che faranno da portavoce al governo nazionale.

A Palazzo d’Orléans sarà ricevuta una delegazione delle associazioni di categoria: «Ascolterò – dichiara Schifani – le istanze dei rappresentanti delle sigle che promuovono l’iniziativa. Fin dall’atto del mio insediamento, tra le emergenze da affrontare, mi sono messo al lavoro per cercare di trovare strumenti e soluzioni che potessero concorrere a risolvere questo problema che sta coinvolgendo famiglie e imprese, con gli strumenti a disposizione della Regione, e sono pronto a interloquire con il governo nazionale per rappresentare i sentimenti di forte preoccupazione delle parti sociali e delle associazioni delle imprese e la necessità di individuare misure adeguate a sostenere sia le nostre aziende che i nuclei familiari che stanno soffrendo gli aumenti dei prezzi di luce, gas e carburanti, in modo da scongiurare una crisi che potrebbe portare alla chiusura di centinaia di attività economiche».

Anche una nutrita rappresentanza messinese sta partecipando oggi alla manifestazione contro il caro energia a Palermo. In piazza sono scese infatti Confesercenti, Casa artigiani, Cgil, Claai, Cna, Confartigianato e Uil.

«Quello che si evidenzia, come emerso dal tavolo delle rappresentanze datoriali e sindacali svoltosi ieri (3 novembre), è un quadro disastroso – si legge in una nota di Confesercenti Messina – che mortifica i redditi delle imprese, dei lavoratori, delle famiglie, mettendo seriamente in discussione la tenuta economica della società. Dall’inizio del 2022 le imprese sopportano aumenti del costo dell’energia superiori al 300% e se questo trend dovesse perdurare, entro la fine dell’anno si stima che i rincari potrebbero toccare quota 500%. Gli effetti sarebbero devastanti: quasi l’80% prevede una riduzione dei margini mentre molte altre aziende in Sicilia temono di dovere fermare la propria attività (il cosiddetto lockdown produttivo). Pochi e non strutturali, d’altro canto, sono gli interventi sin qui messi in campo dal governo al fine di porre un argine ai rincari galoppanti, alla speculazione e ai processi inflattivi».

(Foto © ANSA)

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