«Le spese di ATM per il 2023 per l’acquisto di carburante supereranno di oltre 250 mila euro le previsioni»: è quanto afferma il presidente dell’Azienda per il trasporto pubblico locale di Messina, Giuseppe Campagna. «Tuttavia – sottolinea – almeno per il momento, abbiamo deciso di non far ricadere questo ulteriore balzello sui nostri viaggiatori».
Aumenta la preoccupazione per il caro-carburante che, oltre ai cittadini, sta colpendo anche le aziende, comprese quelle per il trasporto pubblico locale, come appunto l’ATM Messina Spa. Il presidente della Partecipata comunale, nonché componente della Giunta esecutiva nazionale di ASSTRA (Associazione delle Aziende di trasporto pubblico locale), invia una nota a commento della situazione e rassicura l’utenza.
«Non possiamo prevedere – afferma Campagna – se le congiunture economiche internazionali condurranno a un ulteriore aumento dei costi che l’azienda dovrà sostenere per l’espletamento del proprio servizio di trasporto pubblico locale. Già nel corso dell’ultimo anno l’incremento del prezzo dell’energia elettrica e dei carburanti ha fortemente impattato su ATM e su tutte le aziende del comparto con una variazione di oltre il 20% delle spese a cui si dovrà aggiungere un ulteriore rincaro di circa il 10% per il nuovo anno. Tuttavia, almeno per il momento, abbiamo deciso di non far ricadere questo ulteriore balzello sui nostri viaggiatori; non vogliamo infatti che i cittadini vadano a pagare un costo maggiore, anzi speriamo che il mantenimento di un biglietto accessibile sia di ulteriore stimolo all’uso del mezzo pubblico che si conferma essere economico, sostenibile e rispettoso dell’ambiente».
Le associazioni di categoria: «Serve maggiore equità»
Sulla questione, e in particolare sulla mancata proroga del taglio delle accise sul gasolio, intervengono anche le associazioni di categoria Agens, Anav, Asstra, che raccolgono i gestori dei servizi di trasporto pubblico e privato. «La reazione del mercato alla mancata proroga al 2023 del taglio delle accise sul gasolio – evidenziano – è andata ben oltre il mero recupero dei 15 centesimi a litro di risparmio fiscale sinora assicurato dagli interventi del Governo. Il prezzo è fuori controllo con picchi che superano i 2 euro per litro, insostenibili per un settore come quello del trasporto passeggeri che dispone di una flotta autobus alimentata per oltre il 90% dal gasolio che, non a caso, rappresenta la principale voce di costo dopo quella per il personale».
Nel chiedere una maggiore tutela, le associazioni di categoria sottolineano come il Governo, nella legge di bilancio 2023, abbia già provveduto a riservare 200 milioni di euro al settore del trasporto merci su strada, nonostante inizialmente tale importo fosse destinato indistintamente all’intero settore del trasporto su strada. «Chiediamo al Governo – aggiungono Agens, Anav e Asstra – di garantire maggiore equità intersettoriale e ci aspettiamo che un analogo ammontare di risorse sia messo a disposizione anche delle nostre imprese, in linea con gli stanziamenti già riservati al settore nel 2022 in aggiunta, peraltro, al taglio generalizzato delle accise oggi non più in vigore. È necessario, se non azzerare, quantomeno attenuare la dinamica di incremento dei costi e la pressione sui conti aziendali».
Il settore del trasporto pubblico e privato, ricordano le tre associazioni di categoria, conta circa 6mila imprese diffuse su tutto il territorio nazionale, con oltre 110mila addetti e 70mila autobus.
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