Nessun problema per i gestori delle macellerie, nè di conseguenza, per i consumatori. La carne infettata da carbonchio infatti, diventa nera proprio a causa del virus dell’antrace e dunque è subito identificabile. Inoltre i consumatori sono tutelati grazie alla tracciabilità e la provenienza delle carni, che deve essere certificata e ben visibile. Il rischio è contenuto anche per i derivati del latte. Gli animali infetti non ne producono proprio a causa della malattia, ma per precauzione i veterinari dell’Asp, hanno comunque vietato la vendita e la trasformazione del latte, in quelle aziende dove si sono verificati casi accertati.
I cittadini dunque possono stare tranquilli, mentre proseguono le vaccinazioni dei capi di bestiame per evitare il diffondersi del virus che penalizza certamente gli allevatori.
L’allarme carbonchio ematico è stato lanciato sabato scorso, quando si è registrata la morte di circa 15 capi di bovini sui Nebrodi e uno sull’Etna. A seguito di accertamenti del servizio veterinario dell’Asp sugli animali, è stato verificato che si trattava di Antrace.
Marika Micalizzi
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