Messina non sarà Capitale italiana della Cultura 2020. La notizia è arrivata ieri nel pomeriggio con la pubblicazione delle dieci finaliste, tra cui figura, come unica siciliana, Agrigento.
Lo scorso settembre la città aveva presentato il proprio dossier di candidatura al titolo di Capitale italiana della Cultura 2020 a seguito di un percorso di collaborazione e discussione partito a giugno e durato tre mesi, fatto di assemblee tra cittadini, istituzioni e associazioni. Il tema scelto nel corso degli incontri tenutisi a Palazzo Zanca è stato quello della Città Porto, luogo di incontro di culture e anime diverse, che ha plasmato l‘identità di Messina e dei suoi abitanti. A conclusione del percorso sono stati presentati diversi progetti, alcuni già in cantiere e che prenderanno vita nei prossimi mesi, altri da programmare.
«Il bilancio è comunque positivo – ha commentato l’assessore alla Cultura Federico Alagna – con questa candidatura abbiamo potuto fare rete tra territorio e istituzioni, dare il via a una serie di progetti e, soprattutto, ci siamo messi in gioco».
Una prima sconfitta, in sostanza, che potrebbe scoraggiare, ma che invece segna solo l’inizio di un percorso di crescita per la città. «Dobbiamo avere uno sguardo più ampio – continua l’Assessore – Messina deve partecipare a iniziative di questo tipo, senza ignorare le proprie difficoltà, certo, ma puntando sui propri mezzi e sulle proprie potenzialità».
La redazione del dossier, ricorda infatti Alagna, ha permesso di dar vita a nuove relazioni e progetti: non era finalizzato solo alla presentazione della candidatura, ma sarà anche una guida politica per la città. «Non un libro dei sogni – spiega Alagna – ma una chiave per decodificare la realtà».
I progetti per Messina
Tra i tanti progetti, il Sicilia Light Art Fest, che è già realtà, il dialogo aperto con il territorio attraverso iniziative come Trame di Quartiere, e il recupero di una maggiore centralità di Messina nell’ambito della Rassegna Internazionale del Cinema di Messina e Taormina, ma non solo.
Quanto alle motivazioni dell’esclusione, un elemento che potrebbe aver influito sulla scelta del Ministero dei Beni e delle attività culturali e turistiche (MiBACT), e che ha preoccupato l’assessorato sin dall’inizio, è il fattore geografico. La Capitale italiana della cultura 2018 sarà, infatti, Palermo e la possibilità che la scelta ricada nuovamente su una siciliana è minima, anche se Agrigento è ancora il gioco.
Il titolo verrà assegnato entro il 31 gennaio 2018. Le dieci finaliste, selezionate su 46 candidature, sono: Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso.
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