In merito alle notizie relative a una presunta illegittimità contrattuale per l’accreditamento alle casse di Palazzo Zanca, da parte dell’Azienda Meridionale Acque Messina, della somma di 15 milioni di euro, per oneri del contratto, il commissario straordinario, Luigi Croce, ha ribadito la validità dell’impegno contabile. Il commissario Croce ha infatti sottolineato che il collegio di difesa del Comune ha espresso a tal proposito, un articolato parere nel quale, tra l’altro si precisa che «nella norma in esame la previsione del canone ha come sua causa legittimante esclusivamente l’uso delle reti e degli impianti da parte dell’Amam. Va rilevato che tale limite negativo non si estende agli oneri relativi alla straordinaria manutenzione e a quelli relativi alla implementazione della rete. Per tali ultimi oneri, infatti, si applica l’art. 154 del D.Lgs. 152/06 secondo cui la tariffa costituisce il corrispettivo del servizio idrico integrato ed è determinata tenendo conto della qualità della risorsa idrica e del servizio fornito, delle opere e degli adeguamenti necessari, dell’entità dei costi di gestione delle opere e dei costi di gestione delle aree di salvaguardia, nonché di una quota parte dei costi di funzionamento dell’Autorità d’ambito, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio secondo il principio del recupero dei costi e secondo il principio “chi inquina paga”».
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