Camminare senza fretta a Messina con Architrekking. L’intervista a Michele Palamara

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Ultimamente ci siamo appassionati di passeggiate urbane, alla scoperta del patrimonio architettonico di Messina e così ci siamo imbattuti nel gruppo Architrekking. Il progetto di “architetti camminatori” nasce da un’idea di Michele Palamara.

Va da sé che Michele fa l’architetto, dal 2010 è componente del Consiglio dell’Ordine degli Architetti di Messina, nel tempo libero trasmette la sua passione per la storia dell’architettura siciliana, insegnando all’Università della terza età e con Architrekking va alla ricerca dei tesori perduti del nostro territorio.

Il suo sogno? Un arcipelago pedonale che attraversi Messina, dall’Annunziata a Piazza Dante. L’intervista.

La storia del patrimonio architettonico di Messina

Michele Palamara ha una passione per le passeggiate, senza fretta. «Dal 1990 – racconta Michele – vado in giro per il territorio, fotografando e studiando l’immenso e, non del tutto conosciuto, patrimonio architettonico nella provincia di Messina, prima in scooter, poi in bici, negli ultimi anni a piedi. Su input di alcuni colleghi, ho proposto al Consiglio dell’Ordine la creazione di un gruppo che organizzi camminate fra architettura e natura. Da lì nasce, sotto l’egida dell’Ordine, Architrekking.

La nostra provincia ha una storia antica e ricca di testimonianze nascoste. Tutto il territorio della Val Demone, equivalente più o meno alla provincia di Messina, è stato interessato tra il VI e XIII secolo, dalla presenza di eremiti prima e religiosi di rito greco dopo. Queste presenze, diffusesi in particolar modo con la conquista bizantina della nostra isola, sopravvissero al dominio arabo, rifugiandosi sulle alture e creando delle comunità di monaci devoti a San Basilio.

Dal 1061, i normanni affidarono a queste comunità l’organizzazione del territorio restaurando o costruendo nuove chiese e monasteri. Il Conte Ruggero dotò tutti gli insediamenti basiliani di ampi possedimenti. I contadini che li curavano fondarono molti villaggi sulle alture di Messina.

Tutto il territorio è una continua scoperta di presenze greche, ma sono altrettanto interessanti le testimonianze dei secoli XV, XVI e XVII, secoli in cui la vita in questi paesini pulsava, cioè le belle case con patio catalano, gli eleganti portali e le finestre cinquecenteschi o barocchi.

Solo camminando, senza fretta, è possibile cogliere il genius loci di questi luoghi. Potrà sembrare strano ma l’identità delle stratificazioni architettoniche succedutesi nel tempo è più chiara nei nostri villaggi, piuttosto che nelle città, dove la mano dell’uomo contemporaneo rende quasi irriconoscibile la nostra storia».

Architrekking – Tra architettura e natura

Il gruppo di Architrekking organizza quindi dei percorsi precisi, alla ricerca di testimonianze del passato. «Organizziamo anelli, dai 10 ai 20 km, non di più, sempre nell’arco della mattinata. Spesso – continua Michele – salendo dal mare verso i villaggi collinari, per poi riscendere da un altro versante; la morfologia dei nostri Peloritani ce lo permette. Cerchiamo sempre testimonianze del passato, come palmenti, mulini, chiesette “sgarrupate”, approcciandoci con atteggiamento storico-critico».

Cosa hai scoperto di Messina che non conoscevi? «Di nuovo  – dice Michele – per me tante cose, ma non posso dire di avere scoperto niente di nuovo. Cerco solo di guardare con occhio più attento questo immenso patrimonio che meriterebbe più attenzione.

Riferendoci soltanto al nostro comune, potrei citare la cuba bizantina di Pezzolo, due dirute chiesette dedicate a San Nicola, una a Mili San Marco, l’altra sulle alture di Mili San Pietro, tantissimi palmenti con volta a botte sulle alture dei nostri villaggi a sud, chiesette private completamente abbandonate in zona nord, l’antica chiesa di Ortoliuzzo, poco studiata, la finestrella gotico-catalana di Palazzo Reattino a Castanea.

Tutte cose che ho pubblicato in una mostra di 33 tavole 80 cm x 80 cm, fatta a settembre 2019 nel chiostro dell’Arcivescovado. Quello che cerco è dare una nuova lettura, più attenta a questi nostri tesori».

Valorizzare le bellezze dei territori

Si parla moltissimo di valorizzare le bellezze paesaggistiche e architettoniche della Sicilia. Di recente, per esempio, 42 piccoli comuni siciliani si sono messi insieme per creare il network “Borghi dei Tesori”.

«Quello che dobbiamo fare è investire sulla bellezza dei nostri borghi, valorizzarli, cercare le risorse economiche per rivitalizzarli, attraverso una progettualità che metta insieme soggetti pubblici, capaci di gestire interventi comuni, e privati, capaci di mettere in campo progetti di valorizzazione culturale (mi riferisco ad esempio alle associazioni locali), di creare servizi ricettivi (alberghi diffusi), e di recuperare i vecchi mestieri.

Architrekking può contribuire a divulgare questa cultura. Lo abbiamo fatto nelle ultime due edizioni della “Notte d’arte”, partecipando all’iniziativa della Rete dei borghi, in cui 36 villaggi del comune di Messina hanno messo in mostra le loro peculiarità a Palazzo Zanca. Una cosa, credo, mai vista».

Messina vista da un architetto

Avere Michele Palamara come interlocutore è un’occasione ghiotta per capire in che modo un architetto vive Messina e in che modo vorrebbe trasformarla. «Per quanto riguarda la città vorrei isole pedonali, ma non un’unica isola pedonale, difficile da attuare, che intralcia il traffico e fa “sciarriare” i messinesi.

In varie occasioni ho proposto un arcipelago pedonale che parte dall’Annunziata e arriva a Piazza Dante, passando dalla “Rambla”, un altro progetto da me proposto all’amministrazione Buzzanca in passato, e dal viale. Quindi una serie di isole pedonali, separate da brevi attraversamenti veicolari, con due grandi poli intermodali con parcheggi alle estremità. Il tutto deve passare dall’abbattimento delle recinzioni delle fiera e della cortina del porto.

Per quanto riguarda i borghi, secondo me, non dobbiamo modificare niente; dobbiamo tutelarli, riqualificarli, dobbiamo rendere vita facile ai turisti con interventi minimalisti sugli spazi pubblici. Dobbiamo restaurare gli edifici storici e renderli fruibili, ma solo per attività culturali. Se necessario, ben vengano elementi architettonici e materiali completamente nuovi, in aderenza alla tendenza attuale del restauro, senza creare falsi storici.

Ma mi raccomando: niente “borgo più bello d’Italia” o “borgo più simpatico” o, ancor peggio, niente cattedrali nel deserto. Quello che occorre è mettere in rete questi villaggi, perché è solo così che possiamo rilanciare i nostri territori per creare una nuova economia».

Le uscite di gruppo di Architrekking Messina

Anche le passeggiate di Architrekking in giro per Messina e non solo – causa pandemia – si sono dovute fermare. Ma sono già in programma nuovi appuntamenti. «Il Covid – conferma Michele – ha impedito prima e scoraggiato poi le uscite di gruppo. Io non mi sono fermato un attimo, tranne durante il primo lockdown, in cui salivo e scendevo le scale di casa mia per non perdere il ritmo. Adesso che stanno venendo pure le belle giornate, ripartiremo senz’altro. Nella prossima uscita faremo una passeggiata per i borghi fantasma di Fondachelli Fantina (Rajù ed altri). Per partecipare basta iscriversi al gruppo facebook Architrekking dove mettiamo le mappe dei percorsi e altre indicazioni».

 

 

 

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