Carmelo Picciotto, presidente della Camera di Commercio, in merito all’accorpamento dell’Ente camerale scrive in una lettera aperta quanto segue:
“Ho condiviso la vostra protesta, come ho avuto modo di sottolineare la scorsa settimana, e ritengo che in questo momento si debba fare fronte comune per tentare di mantenere la Camera di Commercio a Messina. Qualcuno ha ritenuto che il mio desiderio di preservare l’indipendenza dell’Ente camerale andasse contro gli interessi dei lavoratori. È falso e rispedisco al mittente questa cattiveria, perché da imprenditore so quanto siano importanti le risorse umane. Nelle ultime settimane, il sistema camerale, a livello nazionale, è esploso perché il governo Renzi ha deciso di portare avanti un piano di dimensionamento che va condiviso, in parte, dal momento che in Italia e, anche in Sicilia, esistono Camere di Commercio con un numero davvero ridotto di aziende. Vedi il caso di Caltanissetta, Enna ed altre città siciliane. Il principio che contesto è proprio questo: se Caltanissetta deve mantenere la sua Camera di Commercio, benché accorpata ad altre, perché Messina, città metropolitana, non deve avere il suo Ente Camerale? Questo interrogativo Ve lo siete posti, cari lavoratori della Camera di Commercio di Messina? Vi siete chiesti se l’accorpamento a Catania possa rappresentare un valore aggiunto per le Vostre posizioni lavorative o se, vista la complessità della Camera di Commercio della Sicilia Orientale, non si possa passare ad altri provvedimenti?
Oggi, come sicuramente avrete letto sugli organi d’informazione, la Confcommercio e altre sigle sindacali non prenderanno parte all’incontro promosso dal commissario ad acta, Franco De Francesco; ma questo non vuol dire che vi siano associazioni datoriali che vogliono penalizzare i dipendenti. Qualcuno, purtroppo, ha generato un falso allarme, sostenendo che a giugno prossimo non saranno pagati gli stipendi. Questo non è assolutamente vero. La Confcommercio e le altre associazioni che si stanno battendo per l’indipendenza della Camera di Commercio di Messina sono consapevoli del fatto che la “battaglia” possa essere vinta, perché al Senato sarà discusso un emendamento per evitare l’accorpamento agli Enti delle città metropolitane che non raggiungono il tetto delle 80mila aziende. Il termine del 28 febbraio prossimo, contrariamente a quanto detto, non è perentorio ma ordinatorio. Da ultimo, vorrei aggiungere che nel caso non fosse possibile ottenere la deroga, non è detto che la nostra Camera di Commercio si debba accorpare a Catania. Esistono altre possibilità che le associazioni datoriali hanno il diritto di valutare serenamente.
Sono a disposizione per qualsivoglia confronto con i lavoratori e le rappresentanze sindacali”.
Questa mattina, il presidente di Confcommercio, Carmelo Picciotto, è andato al Tribunale con le carte relative alle vicende della Camera di Commercio, accompagnato dall’avvocato Nunzio Rosso. Il legale ha anticipato al Procuratore il deposito di un esposto circostanziato sugli avvenimenti che hanno riguardato negli ultimi anni l’ente camerale di Messina. Il presidente Picciotto si augura che presto possa essere fatta chiarezza sui fatti che riguardano la Camera di Commercio di Messina.
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