Imprenditore del settore turistico messinese, Diego Vermiglio sarà il nuovo presidente della Fiott, la federazione di Confcommercio che incorpora le aziende del settore dell’ospitalità, del turismo e dei trasporti. Ad affiancarlo, la vicepresidente Chiara Bellantoni, il vicepresidente vicario Wender Viola e il segretario Massimo Costantino. A far parte del gruppo di lavoro anche Cristina Cardile, Giuseppe Raffa, Giuseppe Smidili e Carmelo Picciotto. Tra i primi obiettivi del nuovo direttivo, la lotta all’abusivismo delle strutture ricettive.
«Il settore turistico a Messina – afferma il neo-presidente Fiott, Diego Vermiglio – è quello che forse oggi può rappresentare la spinta propulsiva per il rilancio della città, ma servono interventi strutturali e una visione chiara. Oggi, rispetto al 2019, nonostante alcuni segnali positivi che pure vanno colti, la Sicilia conta il 30% di presenze in meno».
«Nel Comune di Messina – prosegue – si arrivano a toccare punte dell’80% in meno nel mese di giugno e del 65% a luglio. Ad agosto, come ampiamente previsto (grazie soprattutto alle lunghe file agli imbarcaderi), abbiamo avuto il sold out di tutte le strutture, ma resta comunque un dato falsato. Da metà settembre in poi le previsioni non sono per niente rosee. È vero poi che c’è stato un aumento delle presenze di italiani, il 6% in più rispetto al 2019, ma si tratta di un dato che va letto alla luce degli effetti della pandemia. Italiani e stranieri hanno paura di viaggiare all’estero, e quindi, considerata anche in molti casi l’impossibilità di farlo dovuta alla crisi economica che ha falciato moltissimi settori, preferiscono mete più prossime e facilmente raggiungibili».
«Si tratta – conclude Vermiglio – di un vero e proprio turismo di emergenza che tra 1 o 2 anni sarà totalmente esaurito, e che lascerà scoperto il nervo di una mancata programmazione nel settore in vista della ripartenza, quella vera. Oggi più che mai diviene fondamentale progettare azioni corali di sostegno al comparto, investimenti strutturali e infrastrutturali. Oggi più che mai diviene fondamentale programmare il futuro, senza lasciarsi infervorare troppo dai dati falsati dalla pandemia»
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