I consiglieri comunali del Partito Democratico e di LiberaMe commentano la discussione sul bilancio di previsione 2021-2023 e spiegano perché hanno abbandonato l’Aula durante i lavori su «una delibera rispetto alla quale abbiamo constatato che potevamo rappresentare solo la figura di meri esecutori acritici e non propositivi».
La Seduta Straordinaria convocata per discutere e votare il bilancio previsionale 2021-2023 sta continuando, ma senza i consiglieri comunali legati al Partito Democratico, vale a dire Gaetano Gennaro, Felice Calabrò, Antonella Russo e Alessandro Russo del gruppo PD e Biagio Bonfiglio e Massimo Rizzo di LiberaMe. Dopo un acceso dibattito sui pareri negativi espressi dai tecnici nei confronti degli emendamenti da loro presentati alla delibera, i sei consiglieri hanno abbandonato l’Aula.
In una nota, firmata anche dal segretario Nino Bartolotta, spiegano le loro motivazioni:
«Il Partito democratico e i gruppi consiliari PD e LiberaMe – si legge nel documento –, nella contingenza della pandemia in corso e della conseguente profonda crisi economico-sociale che stanno vivendo i cittadini, avevano tentato, come precipua prerogativa dell’Organo consiliare, di presentare emendamenti alla proposta di delibera di bilancio previsionale 2021-2023, per renderla più incisiva in relazione agli aiuti a cittadini ed imprese, rispetto a quella prevista dall’Amministrazione, allocando in appositi capitoli maggiori risorse finalizzate a tale scopo».
«I consiglieri – proseguono – non hanno quindi potuto far altro che prendere atto della totale chiusura politica già espressa dal Sindaco-Assessore al Bilancio, che con tono imperioso ha espressamente dichiarato la sua contrarietà ad ogni, anche minimo, mutamento delle poste in bilancio ad opera del Consiglio comunale. Peraltro, gli stessi pareri tecnici apposti in calce ai loro emendamenti sono stati tutti, e dicasi tutti, emessi negativamente. Tale espressione del loro parere è stata da noi fortemente contestata, con argomenti di ordine tecnico, in quanto frutto di una impostazione tecnico-contabile che di fatto mortifica, se non addirittura vanifica, il ruolo stesso di ogni consigliere comunale, privato del suo potere di iniziativa previsto per legge, e ridotto a mero ratificatore di decisioni altrui».
Nel merito della discussione odierna svoltasi in Aula, gli esponenti del PD aggiungono: «Grazie al nostro intervento è stato anche finalmente chiarito in aula che la riattivazione della family card poteva prescindere dall’approvazione di questo bilancio (la cui scadenza, si ricordi, su richiesta dell’Anci nazionale è stata prorogata al 31/03/2021) ed essere prevista in una apposita e snella delibera di giunta».
«Alla luce di ciò – concludono –, e constatata anche l‘assenza in aula del Sindaco-Assessore proponente la delibera, abbiamo ritenuto inevitabile, anche per non essere tacciati di ostruzionismo rispetto ai tempi di approvazione della proposta di delibera, di ritirare tutti gli emendamenti, e conseguentemente di non prendere più parte alla discussione ed al voto su una delibera rispetto alla quale abbiamo constatato che potevamo rappresentare solo la figura di meri esecutori acritici e non propositivi. Per il rispetto della città, dei ruoli delle istituzioni democratiche votate dai cittadini, abbiamo deciso di dire no».
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Plaudo al senso di responsabilità mostrato nel ritirare gli emendamenti proposti; essi però, per la gran parte, sembravano improponibili e/o impresentabili.