Sono in 23, oltre all’ex sindaco di Messina Renato Accorinti, i destinatari del maxi avviso di conclusione delle indagini preliminari e dei contestuali 24 avvisi di garanzia notificati dal pubblico ministero Antonio Carchietti. Tra questi figurano ex assessori, ex amministratori, dirigenti e revisori dei conti di Palazzo Zanca.
L’accusa, a vario titolo, è quella di concorso per falso ideologico in atto pubblico e arriva a conclusione di un’inchiesta avviata a marzo 2017 e finalizzata a verificare la regolarità dei bilanci comunali successivi al periodo 2009-2011.
Sotto la lente d’ingrandimento, i bilanci del Comune di Messina redatti durante l’Amministrazione Accorinti negli anni tra il 2014 e il 2017. Secondo l’accusa in questo lasso di tempo i bilanci presentati sarebbero stati falsati con l’obiettivo di evitare il dissesto dell’Ente.
Adesso, avranno 20 giorni di tempo per presentare memorie, documenti e chiedere di essere interrogati l’ex sindaco di Messina Renato Accorinti, gli ex assessori Guido Signorino, Gaetano Cacciola, Eller Vainicher, Nina Santisi, Sergio De Cola, Daniele Ialacqua, Sebastiano Pino, Nino Mantineo, Patrizia Panarello, Filippo Cucinotta, i dirigenti del Comune Antonio Cama, Salvatore De Francesco, Giovanni Bruno, Vincenzo Schiera, Riccardo Pagano, Maria Canale, Domenico Manna, Antonella Cutroneo e Calogero Ferlisi, gli ex revisori dei conti Dario Zaccone, Federico Basile e Giuseppe Zingales e il direttore generale all’epoca dei fatti contestati, Antonio Le Donne.
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