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Bici-fioriere abbandonate all’ex Gazometro. Palano Quero: “Si utilizzino diversamente o vengano restituite ai proprietari”

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bici fioriereFrancesco Palano Quero, presidente della IV circoscrizione, in merito alla collocazione degli arredi urbani posti precedentemente nell’isola pedonale e adesso accantonati nell’ex Gazometro, si rivolge in una lettera aperta al sindaco, Renato Accorinti, all’assessore al Decentramento e Commercio, Patrizia Panarello, all’assessore all’Arredo Urbano, Daniele Ialacqua, all’assessore alla Mobilità, Gaetano Cacciola, e all’assessore al Patrimonio, Filippo Cucinotta, chiedendone la restituzione.

«Considerata la necessità e anche l’urgenza ─ afferma Palano Quero ─ di non disperdere gli arredi urbani già collocati precedentemente in via dei Mille e in Via Giordano Bruno, accantonati adesso tristemente e con grande pena all’incuria e all’abbandono nell’area dell’ex Gazometro, rimossi dalla loro allocazione originaria all’atto della riapertura al traffico di una parte dell’Area Pedonale Cairoli, vere e proprie creazioni artigianali e artistiche realizzate con il coinvolgimento e la partecipazione attiva dei cittadini che hanno donato quelle biciclette poi “rielaborate” e diventate fioriere».

«Ciò ─ spiega ─ si rende ulteriormente necessario poiché tali elementi, seppure parrà assurdo,  non appartengono al Comune e,  pertanto, con la presente richiedo di voler verificare la fattibilità ad acquisirli al Patrimonio comunale».

«Nei mesi scorsi, infatti, ─ continua il Presidente della IV circoscrizione ─ durante una conferenza di servizi appositamente convocata dalla Giunta, che aveva dato indirizzo di procedere all’acquisizione degli arredi, presenti tra gli altri il Dipartimento dell’Arredo Urbano, il Dipartimento del Patrimonio e l’Avvocatura, chi di competenza non ha ritenuto opportuno dare seguito a tale indirizzo, nonostante vi sia stata la disponibilità formale delle associazioni e dei commercianti che li avevano fatti realizzare e acquistati per donarli alla Città di Messina, nonostante, inoltre, l’azienda incaricata dai privati della realizzazione di queste fioriere-biciclette, delle panchine, dei cestini sarebbe stata pure disponibile ad allegare una perizia tecnica alla donazione».

«Tale scelta e determinazione ─ prosegue Palano Quero ─ è stata motivata con la mancanza delle prescrizioni e dei requisiti normativi di sicurezza e degli standard comunitari, anche se questo era più che ovvio considerata la loro realizzazione artigianale, seppure anche l’Avvocatura indicasse come possibile tale procedimento, seppure l’azienda costruttrice fosse certificata».

«Acquisirle, finalmente, ─ conclude ─ consentirebbe con più semplicità e nell’immediato di poter ricollocare tali elementi come arredo urbano o come “creazioni artistiche”, ovviamente ribadita la disponibilità dei donatori e concertando con loro la nuova allocazione anche temporanea, e riempire gli spazi pedonalizzati della città, le piazze, evitando soprattutto che marciscano o, peggio, che siano vandalizzate o rubate, quando ormai erano entrate a pieno titolo nell’immaginario collettivo e, di fatto, ritenute “beni comuni”».

In alternativa, Palano Quero chiede che gli arredi vengano riconsegnati ai legittimi proprietari, che li possano loro stessi, previa autorizzazione, ricollocare in alcuni spazi pubblici idonei.

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