Ricordare l’importanza della Giornata Internazionale della Donna: è questo lo scopo dell’adesione della Biblioteca Regionale di Messina, alle iniziative proposte dal Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana. La commemorazione affonda le radici nell’episodio del marzo 1911, quando morirono più di 100 lavoratrici, intrappolate nella fabbrica “Trinangle” durante un incendio.
«Si vuole – scrive l’Ufficio Relazioni con il Pubblico – porre l’accento sulle discriminazioni subite dal genere femminile, a partire dal diritto di voto, concesso in Italia solo dal 1946, ma anche ricordare le conquiste sociali, politiche e economiche, certamente meno consistenti nei paesi non occidentali e sicuramente ancora ben lungi comunque dall’essere definitivamente acquisite».
Sono iniziative simboliche, quelle organizzate dalla Biblioteca Regionale di Messina per l’8 marzo.
Per la sensibilizzazione ai significati della giornata:
- l’esposizione di un manifesto riportante la scritta “Giornata Internazionale della donna”, adornato da mimose, con uno spazio libero al centro per la sottoscrizione per condivisione da parte dei fruitori della Biblioteca;
- la predisposizione di un registro dove gli utenti potranno annotare brani tratti da testi sulla materia “de qua” o pensieri.
Contro la violenza sulle donne:
- una sedia rossa con adagiata una sciarpa rossa, da collocare in un settore ben visibile dell’Istituto, per commemorare le miriadi di donne vittime di violenza, anche in Paesi, come il nostro, definiti “civili”.
Si proporrà inoltre, in Sala Lettura, dalle 11 alle 12.40, l’interpretazione, da parte del Dirigente Responsabile della Biblioteca, Tommasa Siragusa, di altre dipendenti regionali del comparto, di LSU, di tirocinanti e di volontarie, di monologhi tratti dal testo “E adesso parlo io – Confessioni di artiste ed eroine“, per omaggiare, con una originale rilettura, note figure artistiche non più viventi e personaggi femminili, storicamente esistiti o mitologici, esemplari comunque nel comune sentire.
«Lo scopo della lettura è mettere in luce anche i condizionamenti subiti dalle donne che si sono cimentate nell’arte nei vari campi, fino a giungere al cosiddetto “furto di firma”. E ciò è solo esemplificativo della mancanza di uguaglianza fra i generi che purtroppo si ravvisa anche negli ambiti scientifico e professionale».
(184)