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Beni confiscati alla mafia, Musumeci: «Abbiamo una strategia per la valorizzazione»

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In collaborazione con l’assessorato all’Economia, il Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha presentato la “Strategia regionale per la valorizzazione dei beni confiscati” alla mafia. Il documento prevede alcune azioni per rendere più efficiente e trasparente la restituzione alla comunità di immobili e aziende sottratti alla criminalità organizzata. Azioni che si renderanno concrete «anche grazie al sostegno progettuale ed economico».

Per l’Isola si tratterebbe del primo strumento rivolto proprio alla confisca dei beni e, se così possiamo definirlo, al “riscatto sociale”. Presentato a ottobre il tavolo di lavoro, l’obiettivo del Governo è quindi la valorizzazione di questi beni spesso vandalizzati, luogo di traffici illegali. «Con questa strategia – ha detto Musumeci – definiamo una governance rafforzata, tracciando un percorso organico di azioni da mettere in atto per rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla dovuta valorizzazione dei beni, rendendo disponibili le risorse e gli strumenti per creare servizi e occasioni di crescita, umana e professionale, per i giovani siciliani».

Per farlo si penserà a sfruttare le risorse del PNRR: circa 15 milioni di euro, infatti, verranno investiti per avviare quattro progetti. «Ci presenteremo – ha detto l’Assessore Armao – con un’iniziativa per Verbumcaudo a Polizzi Generosa e per un’azienda confiscata a Salemi, ex regno dei Salvo e quindi esempio emblematico di un riscatto della Sicilia dalla mafia. Ma anche con due beni confiscati che fanno parte, adesso, del patrimonio della Regione: le sedi degli assessorati ai Beni culturali e alle Attività produttive».

Gli obiettivi

Sono tre gli obiettivi di questa strategia:

  • Rafforzamento dei sistemi di monitoraggio per accrescere trasparenza e facilitare l’accesso ai dati pubblici; interventi di qualificazione delle competenze per accompagnare i soggetti pubblici nella valorizzazione, nel riuso e nella gestione dei beni confiscati; attività di valutazione e studio, compresa la promozione del monitoraggio civico e la progettazione condivisa.
  • Sostegno economico/finanziario e tecnico attraverso l’istituzione di uno specifico Fondo di progettazione e il supporto agli investimenti delle cooperative sociali o di altri soggetti indicati per legge, favorendo l’occupazione di soggetti svantaggiati e i servizi del settore no profit: per consentirne l’utilizzo da parte della pubblica amministrazione o per finalità sociali, educative, culturali (strutture per anziani, asili, ludoteche, servizi di co-working), e a sostenere l’avvio di iniziative imprenditoriali (agricoltura sociale, artigianato, ecc.).
  • Re-immissione nel circuito dell’economia legale delle aziende confiscate, attraverso il sostegno agli investimenti e all’individuazione delle imprese sequestrate con potenzialità di restare sul mercato, alle quali fornire supporto tecnico adeguato per sviluppare la propria attività e salvaguardare l’occupazione.

A questo link il documento completo.

I beni confiscati alla mafia

Secondo i dati dell’ANBSC (aggiornati al 15 novembre 2021), su 38.101 immobili confiscati o sequestrati alla mafia in Italia, circa 14.315 (37,5%) si trovano in Sicilia. Di questi, 7.126 sono già destinati per finalità istituzionali e sociali, mentre altri 7.189 sono gestiti ancora dalla stessa Agenzia. Le aziende sequestrate, invece, in tutta Italia sono 4.686, di queste 1.449 (circa il 30%) hanno sede in Sicilia e 543 sono già state destinate.

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