Aumento della Tari. MessinAccomuna: «È colpa della pessima politica dei rifiuti di De Luca»

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Per MessinAccomuna l’aumento della Tari a Messina è colpa dell’Amministrazione e della gestione di MessinaServizi Bene Comune e non, come affermato dal sindaco Cateno De Luca, degli “obblighi di legge”. L’incremento della tassa sui rifiuti, sottolineano dal laboratorio civico, deriverebbe da «alcuni “giochetti tariffari” passati, che diventano oggi nuove tasse per i messinesi e dal tentativo di “gonfiare” l’azienda sulle spalle dei cittadini».

Per MessinAccomuna la bocciatura della delibera sul Piano Tariffario 2021 in Consiglio Comunale «è un atto di responsabilità che tutela i cittadini e certifica la Caporetto del Sindaco e del management di MessinaServizi». Il laboratorio di partecipazione civica contesta infatti le recenti affermazioni del Primo Cittadino e sottolinea: «L’aumento della TARI non dipende dai rigori della legge, ma dalla pessima politica dei rifiuti di De Luca».

In particolare, per gli esponenti di MessinAccomuna, le cause dell’incremento sarebbero due: il non riscosso e il personale di MessinaServizi.

MessinAccomuna: «L’aumento delle mancate riscossioni è colpa di De Luca»

Più nel dettaglio, scrivono in una nota i membri del laboratorio civico: «De Luca dice che la TARI deve aumentare perché è obbligato a recuperare le mancate riscossioni. Ma non dice che la colpa dell’aumento delle mancate riscossioni è sua e della sua incapacità amministrativa e politica. Prima di De Luca, date le molte famiglie in difficoltà economica, il piano tariffario prevedeva sgravi per questi soggetti. De Luca cancella questo fondo (un milione l’anno), dicendo che compenserà gli incapienti col “baratto amministrativo”. Però, in tre anni, non riesce a fare un regolamento (le proposte avanzate erano nulle, illegittime, fondate su leggi abrogate, come detto da messinAccomuna). Risultato? Circa 1.900 famiglie povere non possono pagare la TARI, ma non c’è più un fondo che compensi e le mancate riscossioni aprono buchi. Oggi De Luca ci racconta che deve aumentare la TARI per compensare il “non riscosso”, ma non spiega che a causare questo buco è stato lui, che ha usato questi soldi per l’azienda (aumento dei dipendenti, da 505 a 588; esternalizzazione di attività). Anziché restituirli ai cittadini, adesso glieli chiede due volte».

«Il piano di De Luca trasformerebbe MessinaServizi in un mostruoso stipendificio»

«Cambiamo Messina dal Basso – aggiungono da MessinAccomuna – ha evidenziato che il piano di De Luca trasformerebbe MessinaServizi in un mostruoso stipendificio. Già oggi l’azienda ha un rapporto dipendenti/cittadini tra i più alti d’Italia: nel 2020 c’erano 588 dipendenti per 230.000 abitanti: 2,6 addetti per 1.000 abitanti. Il Sindaco ne vorrebbe assumere altri 129, arrivando a 717 (3,1 x 1.000 abitanti). È davvero una necessità? A Verona i dipendenti sono 1,8 x 1.000. Per stare al Sud, e in riva al mare, a Bari sono 2,2 x 1.000, a Napoli 2,5. Questi Comuni nell’ultimo dato ISPRA facevano raccolta differenziata rispettivamente al 52,9%, 43,2%, 36,2%; livelli ben più alti della Messina di De Luca (18,9%), ottenuti senza esternalizzazioni».

«In tutta Italia – proseguono – un “peso” di personale inferiore garantisce risultati migliori che a Messina. Se De Luca e il Presidente di MessinaServizi pensano davvero di dover aumentare dipendenti e TARI per dare un servizio ancora non decente, vuol dire che sono incapaci. Oppure – concludono – hanno scambiato MessinaServizi per uno stipendificio elettorale e credono che i messinesi siano “mmuccalapuni” che si fanno spennare senza saper controllare».

 

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