Articolo Uno Messina: «Il Sindaco De Luca ha effettuato nomine inconferibili»

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A parlare delle “nomine inconferibili” è Domenico Siracusano di Articolo Uno Messina. «Molti degli incarichi conferiti da De Luca – si legge nella nota – sembrano rientrare nella fattispecie dell’Art. 7 del D.Lgs. 39/2013 relativo alle “Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico”».

Sono 7 i nomi elencati da Articolo Uno che che non rispetterebbero il Decreto Legislativo entrato in vigore il 4 maggio 2013 che dispone la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione.

Le “nomine inconferibili”

Ecco cosa dice l’Articolo 7 del Decreto Legislativo di cui parla Domenico Siracusano: «A coloro che nei due anni precedenti siano stati componenti della giunta o del consiglio della provincia, del comune o della forma associativa tra comuni che conferisce l’incarico, ovvero a coloro che nell’anno precedente abbiano fatto parte della giunta o del consiglio di una provincia, di un comune con popolazione superiore ai 15.000 abitanti o di una forma associativa tra comuni avente la medesima popolazione, nella stessa regione dell’amministrazione locale che conferisce l’incarico, nonché a coloro che siano stati presidente o amministratore delegato di enti di diritto privato in controllo pubblico da parte di province, comuni e loro forme associative della stessa regione, non possono essere conferiti:

a) gli incarichi amministrativi di vertice nelle amministrazioni di una provincia, di un comune con popolazione superiore
ai 15.000 abitanti o di una forma associativa tra comuni avente la medesima popolazione;
b) gli incarichi dirigenziali nelle medesime amministrazioni di cui alla lettera a);
c) gli incarichi di amministratore di ente pubblico di livello provinciale o comunale;
d) gli incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico da parte di una provincia, di un comune
con popolazione superiore a 15.000 abitanti o di una forma associativa tra comuni avente la medesima popolazione».

Quello che chiede Articolo Uno

Secondo le specifiche del decreto, di seguito le “nomine inconferibili” effettuate dal Sindaco di Messina Cateno De Luca secondo Articolo Uno:

  • «Nicola Russo, funzionario regionale e presidente della SRR Messina Area Metropolitana, è stato
    nominato Direttore Generale di Messina Servizi Bene Comune, tra l’altro con un potenziale conflitto di interessi perché ha presentato la propria candidatura a D.G. della MSBC mentre era in corso di
    validazione da parte della SRR il piano TARI oggetto degli scontri di questi giorni.
  • Incredibilmente Dafne Musolino attuale Assessore del Comune di Messina, tra l’altro con le deleghe alle politiche ambientali e ai rapporti con Messina Servizi Bene Comune, è stata nominata Presidente della SRR Messina Area Metropolitana. La stessa, nella qualità di Presidente SRR, dovrà sostenere la difesa del Piano TARI presso l’Arera.
  • Giuseppe Campagna, Presidente del Consiglio di Amministrazione di ATM Azienda Municipalizzata –
    Cessato dall’incarico il 08/07/2019 è stato nominato presidente della ATM S.p.A il 17/06/2019.
  • Roberto Cicala esperto del Sindaco De Luca e, dal 04/08/2018, componente del Consiglio di
    Amministrazione AMAM SPA, Azienda Meridionale Acque è stato nominato, il 07/10/2019, all’atto
    della costituzione, Presidente della Patrimonio Messina SPA.
  • Federico Basile, già Revisore dei Conti del Comune Di Messina, che fino al 27/10/2020 aveva
    ricoperto l’incarico di esperto a pagamento del Sindaco De Luca, è stato nominato, il 28/10/2020, Direttore Generale del Comune di Messina. Per tale nomina è già pendente un procedimento di
    vigilanza avviato dall’ANAC, Autorità nazionale anticorruzione.
  • Salvo Puccio, già esperto a pagamento della Città Metropolitana nominato da De Luca e Presidente di AMAM SpA con deleghe di Direttore Generale, è stato assunto con Determina Sindacale dirigente esterno a tempo determinato della Città Metropolitana di Messina il 1 febbraio 2021. Anche per la nomina di Puccio pende un’istruttoria ANAC in corso. Si aggiunga che per lui potrebbe concretizzarsi la possibile decadenza del contratto perché il Bilancio della Città Metropolitana è deficitario, ed in questa fattispecie non è possibile assumere a dirigenti esterni tanto che si paventa un possibile intervento Corte dei Conti.
  • Pietro Picciolo è liquidatore di Innovabic, successivamente è stato nominato liquidatore di ATM, oltre ad essere consulente contabile tributario dal 11/3/2019 a Messina Social City.

Questi sono alcuni casi e forse non tutti. Siamo di fronte ad uno scenario preoccupante. Da un lato – continua la nota di Articolo Uno sulle nomine inconferibili che sarebbero state effettuare dal sindaco di Messina – il proliferare delle nomine, sta dentro una escalation di costituzione di aziende partecipate, spesso passate da amministratore unico a CDA con aggravio di costi, attraverso le quali si sta tentando di depauperare la macchina amministrativa comunale costruendo una rete di soggetti direttamente dipendenti dal Sindaco. Dall’altro un valzer di nomi, sempre gli stessi e molti dei quali afferenti al circuito della FENAPI, che si spostano da una postazione all’altra, spesso anche mantenendo l’incarico precedente, sembrerebbe in evidente contrasto con le normative vigenti.

Ci chiediamo se, per queste reiterate nomine, non si prefigurino reati amministrativi sui quali non spetta alla politica valutare bensì alla Procura della Repubblica. Ci sfugge peraltro se in tali situazioni i responsabili anticorruzione abbiamo svolto il ruolo che gli compete per legge. Per questo, attraverso la nostra deputazione nazionale e regionale, avvieremo i necessari atti ispettivi anche in sede parlamentare e li trasferiremo all’ANAC (Autorità nazionale anticorruzione) perché verifichi la regolarità delle nomine e alla Procura Regionale della Corte dei Conti per verificare eventuali danni erariali. Certo è che la situazione è molto allarmante e se le nostre preoccupazioni fossero confermate saremmo di fronte ad un sistema malato. Forse è tempo di guardare e andare oltre de Luca».

 

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