Arisme. Dal CdA all’Amministratore Unico. Il PD: «Necessario per abbattere i costi»

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Oggi, lunedì 20 dicembre, in Commissione bilancio è stata discussa la proposta di modificare lo Statuto di ARISME. Si chiede, all’interno della proposta, che l’Agenzia – che si sta occupando del risanamento abitativo e la riqualificazione, in termini di sbaraccamento, di Messina – preveda un Amministratore Unico. La possibilità di modificare lo Statuto è stata presentata nelle scorse settimane dai Consiglieri Comunali del PD.

E sono proprio loro, Gaetano Gennaro, Alessandro Russo, Felice Calabrò e Antonella Russo, a darne notizia in una nota congiunta.  «Nella odierna seduta della Commissione bilancio – scrivono i consiglieri – è stata discussa la proposta di deliberazione di modifica dello Statuto di ARISME che il nostro Gruppo ha presentato nelle scorse settimane.

La commissione ha votato a larga maggioranza la delibera, che nelle prossime sedute utili verrà discussa in Consiglio comunale per la sua approvazione definitiva. La delibera prevede che il Consiglio di Amministrazione della Azienda per il Risanamento venga sostituito da un Amministratore Unico, in modo non solo da ridurre gli organi societari con conseguente snellimento delle procedure operative e gestionali ma anche da abbattere i costi e gli oneri di gestione (in termi di emolumenti e indennità da erogare) che finora sono stati dovuti».

La modifica dello Statuto di ARISME

Secondo i Consiglieri Comunali, la modifica dello Statuto di ARISME permetterebbe di allineare la partecipare alla legge. «La proposta di delibera – prosegue la nota – consentirà inoltre di allineare alla Legge 175 / 2016 (“Legge Madia”) gli organi di governo di ARISME, che finora prevede un organo di governo composto da tre membri con conseguente aggravio di costi a carico del bilancio pubblico.

Il Gruppo del PD ha presentato analoghe proposte anche per gli altri organi di governo delle partecipate comunali, con l’obiettivo di ridurre i posti di sottogoverno, di allineare le partecipate alla ratio della legge, che prevede la diminuzione di spesa e di liberare risorse aggiuntive da poter concentrare sui servizi da erogare ai cittadini».

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