Il Comitato “La Nostra Città” non risparmia le critiche su quanto è accaduto e continua ad accadere al porto di Tremestieri, sui puntuali insabbiamenti che si verificano ad ogni mareggiata, sullo sperpero di soldi pubblici «con il giochino della sabbia prelevata e sparsa a poche decine di metri dall’approdo». Critiche che vengono estese anche a quelle che definisce «invocazioni che non risolvono i problemi».
Per il Comitato sono i fatti che contano. “Fatti concreti” che aveva già chiesto il 18 marzo 2014, quando aveva inviato un telegramma al sindaco Renato Accorinti e al prefetto Stefano Trotta. Nel messaggio si ribadiva «l’urgenza più volte espressa di un intervento risolutivo a svelare e risolvere l’imbroglio dell’approdo di Tremestieri». Nessuna risposta è però arrivata.
«Sembra che adesso l’approdo di Tremestieri sia improvvisamente rimasto orfano oltre che di padri naturali anche di genitori anagrafici. Tutti, parrebbe – scrive in una nota –, abbiano improvvisamente scoperto la necessità di “capire se vi siano stati errori progettuali e di gestione”. Dopo oltre quattordici anni di inascoltati ammonimenti e denunzie del Comitato La Nostra Città e di qualche coraggiosa inchiesta giornalistica oggi si scopre la “necessità di capire”».
Il Comitato va giù duro: «Informiamo i distratti – prosegue – che esiste ampia documentazione e carte sufficienti per definire responsabilità per quanto riguarda la scelta del progetto, l’affidamento dei lavori e la conduzione degli stessi sino al 2008. Dopo il 2008 le responsabilità sono altrettanto chiare e riguardano la gestione tecnica dell’Autorità Portuale nella conduzione dei lavori per l’allungamento del molo di “protezione” che con la realizzazione di quel “gancio” finale ha ottenuto lo scopo scellerato di ritenzione, all’interno dell’area portuale, di tutta la sabbia che le correnti spingono all’interno».
«Quindi – conclude – non è necessario affidare perizie e incarichi per sprecare ancora tempo e soldi. Basta, se veramente si vuole risolvere i problemi, esercitare le funzioni che la legge delega ai sindaci e agli amministratori pubblici per ricondurre la scandalosa vicenda dell’approdo di Tremestieri a soluzione. Esistono documenti, denunce, proposte che abbondantemente possono fare agire il sindaco e gli assessori competenti per la gestione trasparente e adeguata della vicenda approdi e del traghettamento».
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