Domani mattina i lavoratori AMAM scenderanno in piazza per chiedere al sindaco De Luca risposte immediate circa la carenza di organico che metterebbe a rischio il futuro stesso della società partecipata. La decisione è stata presa oggi, durante l’assemblea dei lavoratori AMAM, indetta dalle segreterie di Cgil e Uil e delle categorie Filctem, Uiltec.
Nel corso dell’incontro sono state affrontate le questioni legate alla delibera del 20 luglio 2018 dell’Assemblea territoriale idrica in cui è stato deciso di affidare all’AMAM di Messina il ruolo di Ente gestore provinciale del servizio idrico. Il sindacato ritiene come l’attuale struttura aziendale è insufficiente per rispondere al servizio richiesto anche in considerazione della scadenza il prossimo 6 settembre dei contratti di lavoro a tempo determinato di una parte del personale.
«Riteniamo grave e irresponsabile – evidenziano i segretari generali di Cgil e Uil, Giovanni Mastroeni, Ivan Tripodi – l’atteggiamento dell’attuale Consiglio di amministrazione dell’Amam di rinviare e di non voler rispondere immediatamente e positivamente alla richiesta delle Organizzazioni sindacali del percorso condiviso con i precedenti amministratori di avviare dei bandi di concorso pubblico. Infatti – proseguono i segretari – tale percorso permetterebbe di dare una soluzione definitiva al reclutamento del personale minimo necessario, coprendo una carenza all’interno della pianta organica e consentendo alla stessa Amam di avere una struttura organizzativa efficace per dare alla città metropolitana un servizio idrico di alta qualità».
La protesta di domani sotto Palazzo Zanca avrà inizio alle ore 10:00, vedrà scendere in piazza lavoratori ed esponenti sindacali di Cgil e Uil e proseguirà fino ad un incontro con lo stesso De Luca.
I sindacati hanno segnalato la protesta alla Prefettura preannunciando, in assenza di risposte positive da parte del sindaco Cateno De luca, che aveva bloccato le assunzioni in AMAM subito dopo il suo insediamento, si procederà alla richiesta dell’apertura di un tavolo al Palazzo del Governo considerato come il servizio idrico sia un bene collettivo.
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