Alla biblioteca per bambini hanno contribuito anche i Franza, ma Accorinti lo dimentica

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La biblioteca del mistero è tutt’altro che un mistero perchè funziona già da due anni. Stiamo parlando della famosa struttura per bambini che, a detta del sindaco Accorinti, sarebbe stata realizzata con il ricavato della vendita dei biglietti dello spettacolo di Dario Fo, che il premio Nobel avrebbe destinato a Messina. La questione è salita alla ribalta della cronaca per l’exploit del consigliere Trischitta che, spese alla mano, ha denunciato come la presenza del Sindaco al compleanno di Dario Fo a Milano non potesse essere annoverata tra le missioni istituzionali e, dunque, le spese di viaggio non potessero essere rimborsate dal Comune ( dai contribuenti).

Facciamo dunque chiarezza. La biblioteca “Tommaso Cannizzaro”, con sede al Palacultura, funziona già dal 2011, (due anni prima del dono di Fo). Per i più piccoli è stata creata una sezione all’interno dello stesso spazio, denominata dalla Toponomastica “Sezione Fata Morgana”, che è fruibile e quotidianamente frequentata dai bambini da tempo.

Dunque, in questo senso, le dichiarazioni rese da Accorinti alla Stampa sono state quantomeno  fuorvianti. Nell’ immaginario comune infatti,  si pensava che grazie al ricavato della vendita dei biglietti fosse stata realizzata una struttura ex novo, ma niente di tutto questo. L’ormai arcinota biblioteca per bambini è solo uno spazio all’interno di quella classica per adulti. Un’area  che peraltro era già in funzione prima che arrivassero i soldi benedetti dall’ attore e drammaturgo lombardo.

In realtà con il ricavato della vendita dei biglietti dello spettacolo di Fo, è stata comprata solo  una parte degli arredi per un importo di circa 6.500 euro: 4 tavolini bassi, 12 seggioline, una scaffalatura, cuscini e tappeti morbidi. Il resto è stato acquistato con fondi comunali.

Passiamo ai libri. Sono  500 in tutto, divisi per sezioni, quelli  a disposizione dei circa 100 bambini tesserati. C’è di più. I libri sono stati in parte acquistati dal Comune, ma un numero considerevole è stato donato da privati. A maggio ad esempio, 1000 euro da destinare all’acquisto dei volumi, sono arrivati dal Gruppo Franza, altro denaro è stato devoluto, sempre per la stessa causa, dall’associazione Pediatri dello Stretto e da singoli utenti.

Come direbbe il buon Antonio Lubrano, la domanda nasce spontanea:  perchè sbandierare ai quattro venti la donazione di Dario Fo e tacere su quelle dei privati,  e in particolare degli armatori?

Forse i soldi di un premio Nobel valgono di più? O forse sono quelli dei Franza che valgono di meno e non meritano di essere menzionati tra le donazioni?

Altra considerazione a margine. Nel luglio scorso è stata inaugurata a bordo della nave Telepass della flotta Caronte & Tourist, la cosiddetta “Stanza di Bibba la farfalla”, uno spazio ricreativo, di libero accesso e allestito con giochi, dove i bambini, accompagnati dai genitori, trascorrono piacevolmente i 20 minuti di viaggio che servono per attraversare lo Stretto.

All’inaugurazione era stato invitato anche il sindaco Accorinti, ma del primo cittadino, in quella occasione, nemmeno l’ombra. Insomma vigerebbe la legge non scritta dei due pesi e delle due misure. A chi tanto, a chi niente. Al compleanno milanese di Dario Fo sì, a un evento organizzato da chi ha comunque contribuito alla causa della biblioteca per bambini no. Nonostante bastasse quasi attraversare la strada per arrivare, senza bisogno di prendere aerei, mangiare Bufalotte e caramelle, e quindi senza spese, seppure irrisorie, per il Comune.

Quisquilie, direte. Forse, diciamo noi. Ma almeno abbiamo le idee più chiare sulla biblioteca del mistero, che da oggi è meno misteriosa.

Marika Micalizzi

 

Foto tratta da Facebook )

 

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