Più rapidità nell’erogazione degli aiuti economici alle piccole e medie imprese. È questa la richiesta che il capogruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio Comunale di Messina, Libero Gioveni ha fatto alla Giunta comunale. «Nell’attesa – scrive Gioveni – che vengano liquidate tutte le istanze presentate dalle aziende e dai commercianti messinesi – relative a novembre scorso – sulla piattaforma PMI card (alcune delle quali ancora in corso di valutazione) si dovrebbe varare un nuovo bando con le risorse del 2021, unitamente agli avvisi per le utenze e per le locazioni».
Nel Bilancio di Previsione 2021, approvato da Palazzo Zanca il 2 febbraio scorso, erano stati stanziati 5 milioni di euro per il contributo una tantum previsto per le imprese messinesi e per il rimborso di utenze e affitti. «Al netto – segnala il Consigliere di FdI – del fatto che alcuni degli attuali beneficiari del contributo di 3000 euro stanno avendo non pochi problemi per riceverlo per le fin troppo macchinose procedure messe in atto dagli uffici che spesso hanno richiesto anche due o tre volte alcuni dati, ritengo che si sia già in ritardo per far presentare sia le nuove istanze della PMI card (visto che dei 4 milioni di euro previsti la metà doveva già essere stata liquidata nel primo trimestre), sia quelle per ottenere un rimborso di affitti e utenze».
«Per queste ultime misure – conclude il rappresentante della III municipalità – nel 1° semestre in Bilancio sono stati stanziati circa 550.000 euro per le utenze (275.000 euro a trimestre) e circa 400.000 euro come contributo per le locazioni (200.000 euro a trimestre), per cui, essendo già giunti a metà aprile e considerata la crisi economica legata al Covid per molte famiglie e commercianti, ritengo che non si possa più attendere oltre. Mi auguro che si faccia presto varare i nuovi avvisi per le altre misure economiche che con grande senso di responsabilità Amministrazione e Consiglio Comunale hanno pensato di prevedere nell’ultimo Previsionale, perché vedere le tante saracinesche abbassate in centro o ascoltare il grido di dolore di tanti nostri imprenditori o famiglie non può non rappresentare per chi ha delle responsabilità istituzionali la classica “spina nel cuore”».
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