Affido familiare: cos’è, come funziona a Messina e a chi rivolgersi

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Dare ai minori, bambini o ragazzi, in cerca di una casa un posto sicuro e accogliente in cui stare ed essere accuditi anche se solo temporaneamente: è questo l’obiettivo dell’affido familiare. Nei giorni scorsi Palazzo Zanca ha pubblicato le linee guida del servizio che spiegano come funziona il Centro Affidi della città e della provincia di Messina e come diventare affidatari. Ecco, in 8 semplici punti, tutto ciò che c’è da sapere per diventare affidatari e accogliere nella propria vita un minore in cerca di aiuto.

Cos’è l’affido familiare?

L’affido familiare (o affidamento familiare) – disciplinato a livello nazionale dalla legge 184/1983 – è un istituto a carattere temporaneo pensato per dare una casa a bambini e ragazzi, italiani o stranieri, che siano temporaneamente privi di un “ambiente familiare idoneo”. Vi si fa ricorso nel caso in cui la famiglia del minore sia impossibilitata ad assolvere alle proprie funzioni per un periodo di tempo limitato.

Obiettivo di questo servizio è dare ai più piccoli il sostegno, la guida e l’affetto necessari per uno sviluppo sano e armonioso, in quei momenti in cui la famiglia d’origine non può, per problemi di varia natura, prendersi cura di loro come dovrebbe o vorrebbe. Il tutto senza però allontanare  in maniera definitiva i minori dai propri genitori o tutori.

Qual è la differenza tra affido e adozione?

Mentre l’adozione ha carattere permanente ed è, quindi, definitiva, l’affido familiare ha carattere temporaneo e può durare da pochi mesi fino a un massimo di due anni.

Una seconda differenza sta nei requisiti: per adottare è necessario essere sposati, mentre l’affido è aperto anche alle coppie conviventi e ai single.

Quali sono le principali forme di affido?

L’affido familiare può essere consensuale o giudiziario, a tempo pieno o part-time.

Affido consensuale

L’affido consensuale è attuato con il consenso della famiglia naturale o, in generale, di chi esercita la potestà genitoriale del minore, quindi anche di un eventuale tutore. Per il Comune di Messina l’affido è di competenza del Servizio Sociale del Dipartimento Politiche Sociali e deve essere ratificato dal Giudice Tutelare  che lo rende esecutivo.

Per prendere una decisione in merito al possibile procedimento di affido si tiene conto dell’opinione e della volontà del minore nel caso questi abbia più di 12 anni (ma ci sono delle eccezioni e, qualora lo si ritenga opportuno, il minore viene ascoltato indipendentemente dal superamento dei 12 anni di età).

L’affido consensuale non può durare più di due anni.

Affido giudiziario

L’affido giudiziario viene disposto in attuazione di provvedimenti del Tribunale per i Minorenni, che si avvale del Servizio Sociale per la sua organizzazione e vigilanza. Viene predisposto anche contro il volere di chi esercita la potestà genitoriale, per porre rimedio alle situazioni di carenza di cure materiali e affettive e in tutte le situazioni nelle quali vi è l’impossibilità temporanea per il minore di avere da parte della sua famiglia attenzioni specifiche per il proprio sviluppo psico-affettivo-pedagogico.

Affido a tempo pieno

L’affido a tempo pieno si rende necessario quando si ritiene che la permanenza nella famiglia di origine, per un determinato periodo, possa arrecare danno al minore. In questo caso il bambino o ragazzo vive stabilmente presso la famiglia affidataria che provvede alle cure materiali e emotive e alla sua educazione e istruzione, tenendo però sempre in considerazione la volontà dei genitori (o dei tutori) effettivi, nel caso in cui questi non siano sottoposti a limitazione o decadenza della potestà genitoriale.

Affido diurno o part-time

L’affido diurno e part-time non è espressamente previsto dalla normativa nazionale. Prevede che il minore passi parte della giornata con gli affidatari e poi ritorni a casa con la famiglia d’origine. Può essere effettuato durante i fine settimana o per brevi periodi di vacanza.

Tale tipo di affido si rende necessario quando la famiglia d’origine richiede un supporto nell’educazione del minore e si configura, pertanto, come un processo attraverso il quale il minore ha la possibilità di vivere esperienze integrative positive, carenti all’interno del suo nucleo familiare.

Chi può diventare affidatario?

Possono diventare affidatari le coppie sposate o conviventi, con o senza figli e le singole persone, anche se separate o divorziate. Nel documento fornito dal Comune di Messina si segnala, nel momento della selezione della famiglia affidataria, una preferenza verso coloro che hanno già altri figli minorenni.

Contrariamente a quanto avviene per l’adozione, non sono previsti vincoli di età tra affidatari ed affidati.

Come funziona l’affido familiare?

Per diventare affidatari occorre innanzitutto rivolgersi al Centro Affidi di riferimento che, nel caso di Messina e provincia, ha sede presso il Dipartimento Politiche Sociali situato al 1° piano di Piazza della Repubblica (nei pressi della Stazione Centrale). Una volta in contatto con il Comune si dovrà superare una selezione per essere inseriti nella banca dati dei potenziali affidatari.

In un primo colloquio, l’assistente sociale del Centro Affidi fornirà ai candidati affidatari tutte le informazioni necessarie e farà una prima valutazione delle loro motivazioni. Successivamente la famiglia incontrerà l’equipe del centro per compiere il percorso di valutazione. Al termine dei colloqui, nel caso in cui il percorso sia stato superato positivamente, la famiglia viene inserita nella banca dati del Centro Affidi delle famiglie affidatarie idonee all’accoglienza di uno o più minori.

Nel momento in cui al servizio sociale del Comune viene segnalata una situazione per la quale si pensa sia necessario affidare temporaneamente un minore a una famiglia diversa da quella di origine, si cercherà all’interno della banca dati l’affidatario più idoneo. Arrivati a questo punto, l’equipe del Centro predisporrà un apposito progetto d’affido.

Gli affidatari ricevono un contributo economico in base a quanto previsto dalla normativa.

Il progetto d’affido

L’equipe del Centro Affidi e l’assistente sociale referente per il minore lavorano insieme per definire un progetto d’affido “su misura” e per assicurare la vigilanza e la verifica degli affidamenti familiari in atto.

Più nel particolare, la “squadra” che si viene a formare si occupa di: definire modi e tempi di avvicinamento minore/famiglia affidataria e minore/famiglia d’origine;  programmare incontri di verifica e monitoraggio; condividere decisioni rispetto ad eventuali prolungamenti o conclusioni anticipate dell’affido stesso.

La formalizzazione dell’affido avviene attraverso un provvedimento amministrativo che prevede la sottoscrizione di un impegno da parte della famiglia affidataria e la sottoscrizione del consenso da parte della famiglia di origine (nel caso di affido consensuale), nonché la richiesta del contributo economico da corrispondere agli affidatari.

A chi rivolgersi per diventare affidatari?

Per entrare nella Banca Dati del Comune e quindi diventare potenziali affidatari occorre rivolgersi al servizio Centro Affidi d26 (dove con d26 si fa riferimento al distretto che identifica l’area di Messina e provincia) situato, come si è detto, presso il Dipartimento Politiche Sociali (1° piano della sede di Piazza della Repubblica).

È possibile mettersi in contatto per ricevere informazioni o per chiedere un appuntamento telefonando al numero 090.675198, 090.7723745/57 dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.30. Oppure si può mandare una e-mail all’indirizzo centroaffidi.d26@comune.messina.it.

L’equipe del Centro Affidi che si occupa di Messina e provincia è costituita: dalla dott.ssa Daniela De Salvo, assistente sociale responsabile del Centro Affidi; dalla dott.ssa Fortunata Scicolone, assistente sociale; dal dott. Stellario Bonanno, psicologo referente per l’affido ASP Messina.

Ancora, è possibile rivolgersi alle associazioni partner del Centro Affidi elencate nella pagina a seguire.

 

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