Accogliere i randagi in carceri, scuole e ospedali, la proposta di Ialacqua

Pubblicato il alle

4' min di lettura

Considerare i randagi, cani e gatti, non come un problema, ma come una risorsa. Si ispira a questo concetto la campagna di sensibilizzazione che l’assessorato comunale  con delega al Benessere degli Animali ed ai Nuovi Stili di Vita intende lanciare, chiamando a raccolta enti, istituzioni e  associazioni cittadine. Tutti uniti in una “gara” di solidarietà, che abbia come obiettivo non solo togliere gli animali dalla strada o dai canili, ma anche dare risposte concrete a rilevanti questioni sociali.

“L’istituto penitenziario di Gazzi, le strutture scolastiche di ogni ordine e grado e quelle ospedaliere, le case di cura per anziani, le strade dei quartieri cittadini –spiega l’assessore competente, Daniele Ialacqua, – sono i tanti luoghi in cui sperimentare l’accoglienza diffusa sul territorio di cani e gatti randagi, svuotando finalmente i canili ed i gattili, dove gli animali devono stare transitoriamente e non reclusi a vita, e soprattutto senza essere costretti, pressati dall’emergenza continua, a trasferire al nord, così come hanno fatto tante municipalità, i randagi di cui invece come territorio e come comunità dovremmo assumerci la piena responsabilità”.

Per valutare idee, proposte, esperienze raccolte e verificare la disponibilità di enti, istituzioni e associazioni, si terrà una prima riunione di approfondimento lunedì 28, alle 10.00, nella sede dell’assessorato all’Ambiente a Palazzo Zanca, alla quale gli enti e le associazioni interessati sono stati invitati a partecipare e/o a fare pervenire le proprie valutazioni, disponibilità e proposte. Successivamente seguiranno altri incontri per concretizzare la realizzazione di tali iniziative.

“La recente pubblicazione del rapporto Ecomafia 2016 e del Dossier randagismo redatti dalla Lav e le cronache di tutti i giorni – prosegue Ialacqua – ci evidenziano una triste realtà fatta di maltrattamenti, sfruttamento, avvelenamenti ed abbandoni di cani e gatti,  anche nella nostra città. I numerosi cani e gatti randagi abbandonati e soccorsi quotidianamente per il tramite dell’Amministrazione comunale, delle associazioni animaliste e dei vari volontari, confermano purtroppo la mancanza di una cultura del rispetto degli animali, senza la quale qualsiasi politica diretta alla prevenzione ed al contrasto del fenomeno del randagismo è destinata a fallire indipendentemente dalle risorse economiche ed umane investite. Rinchiudere i cani ed i gatti in canili o gattili, inoltre – afferma l’Assessore –  non è la risposta al problema, così come non basta, seppure sia già un’azione responsabile, telefonare al Comune od alle Associazioni animaliste per delegare loro la responsabilità del soccorso, della cura e della tutela dei randagi.

Secondo gli ultimi dati del Ministero della Salute, così come riporta il dossier randagismo 2016, i cani presenti nelle strutture autorizzate in Italia sono oltre 146.600, cui si devono aggiungere i cani randagi vaganti largamente presenti soprattutto nelle regioni del Sud mentre i gatti senza famiglia sarebbero invece oltre 2.600.000. Se si considera che per ogni animale ospitato in canile ogni Comune paga in media 1.000 euro all’anno, in totale sono quindi almeno 146 milioni di euro spesi ogni anno in Italia. Il randagismo ha un costo etico ed economico molto alto. I canili non sono la soluzione, servono sterilizzazioni, adozioni, responsabilizzazione delle Amministrazioni e dei cittadini, programmazione d’interventi adeguata. Alla luce di quanto sopra- contina Ialacqua –  si ritiene quanto mai urgente avviare un percorso fatto di azioni concrete e che contribuisca a far crescere la responsabilità della comunità cittadina affinchè la cura e la tutela dei randagi siano finalmente assunti come un problema di tutti e non solo degli addetti ai lavori. Varie esperienze, in Italia ed all’Estero, ci confortano sulla possibilità di sperimentare iniziative che vanno in questa direzione – conclude l’Assessore – e che fanno del randagismo non un problema ma una risorsa per la crescita culturale e sociale dell’intera comunità. L’adozione di cani da parte di istituti penitenziari in America, esperienze di pet therapy a scuola ed in ospedale, la compagnia di cani e gatti per gli anziani delle case di riposo, il cane di quartiere con la propria cuccia in strada, le colonie feline seguite da gattari/e sono solo alcuni esempi di iniziative concrete che consentono al contempo di avere cura dei nostri randagi, dando cibo ed affetto, ricevendo in cambio un po’ di compagnia e di allegria”.

 

(224)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  1. vorrei ricordare all’assessore, che per prendersi cura di un animale è necessario avere tempo libero, luoghi idonei e risorse finanziarie per l’alimentazione e per l’igiene. Prima di fare falsa demagogia renda i lughi idonei e trovi le risorse finanziarie

error: Contenuto protetto.