La Giunta De Luca avrebbe effettuato il 915% in più di accertamenti sui pagamenti delle tasse IMU e TASI a Messina rispetto all’Amministrazione Accorinti. È questo quanto illustrato stamattina dal Sindaco della Città dello Stretto dopo aver messo sotto la lente d’ingrandimento i controlli effettuati tra il 2013 e il 2017 e quelli dell’ultimo anno, 2018-2019, finalizzati a individuare gli evasori.
Non solo. Prima di mettere nero su bianco i dati sulla propria pagina Facebook, Cateno De Luca ha chiarito: «Su circa 13 mila evasori oltre il 50% dell’importo evaso è rappresentato da circa 1500 grandi evasori che non pagano “per sport”». Questo per quel che riguarda le imposte sulla casa, IMU e TASI, mentre tra un paio di settimane saranno illustrati i risultati ottenuti dagli accertamenti concernenti la TARI, la tassa sui rifiuti.
«Per quanto riguarda la TASI – ha dichiarato Cateno De Luca – gli errori degli anni precedenti ora non si ripeteranno abbiamo dovuto utilizzare la Banca Dati ereditata e, a differenza di chi ci ha preceduto, ci siamo presi la responsabilità di avviare un accertamento massivo. Cioè, abbiamo utilizzato, senza un’analisi preventiva, tutti i dati che risultavano, circa 27 mila posizioni, di cui 12 mila si sono rivelate errate».
I dati e il confronto con l’Amministrazione Accorinti
In totale, ha spiegato il sindaco Cateno De Luca, l’Ufficio Unico delle Entrate del Comune di Messina ha accertato un importo totale IMU e TASI per l’anno di imposta 2014 (ed effettuato nel 2019) di 20.043.411 euro. Questi risultano suddivisi come nella slide n.2 pubblicata qui sotto (a destra).
«Per quanto riguarda l’attività accertativa IMU relativa agli anni 2013-2017 e 2018-2019 – ha sottolineato De Luca – da un confronto con l’Amministrazione precedente si evince che l’Amministrazione De Luca ha raggiunto una media annua di 13,2 milioni di euro (2018-2019) con un incremento del +915% rispetto a quella nel quinquennio dell’Amministrazione Accorinti di 1,3 milioni di euro (2013-2017) pari a 0,6 nel 2013, 1,2 nel 2014 e nel 2015, 1,4 nel 2016 e 2,1 nel 2017».
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