giovanni rappazzo, inventore sonoro nel cinema messina

A Palermo la mostra su Giovanni Rappazzo: il genio messinese che inventò il cinema sonoro

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A Palermo, all’interno dello splendido Palazzo Riso che ospita il Museo regionale d’Arte Moderna e Contemporanea, è stata inaugurata – lo scorso 16 dicembre – una mostra su Giovanni Rappazzo, il messinese inventore del sonoro al cinema. “Rappazzo, l’inventore del cinema parlante” è una collettiva inedita che racconta la storia del messinese attraverso 11 opere. «Un atto di giustizia storica – ha detto l’assessore regionale ai Beni Culturali e all’identità siciliana, Alberto Samonà. Un’opportunità per conoscere il genio siciliano». Ma chi è Giovanni Rappazzo?

Giovanni Rappazzo nasce a Messina nel 1893 e muore nel 1995 dopo aver ricevuto, appena un anno prima, la nomina di Grande Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana come primo ad aver brevettato il cinema sonoro. Nel 1921, infatti, depositò il brevetto per la “pellicola a impressione contemporanea di immagine e suoni“, senza tuttavia riuscire a venderlo o a trovare finanziatori. A marzo del ’24 scadde il brevetto, ma per mancanza di soldi Giovanni non riuscì a rinnovarlo. 

Adesso è possibile visitare la mostra al Riso di Palermo a lui dedicata. «Una mostra che è anche un atto di giustizia storica – ha detto l’Assessore Samonà – per dare il giusto merito a un figlio della Sicilia che si è distinto per la genialità della sua invenzione. Purtroppo non sempre la storia riconosce i reali meriti e spesso prevalgono rapporti di forza e dinamiche economiche. A Giovanni Rappazzo il merito dell’intuizione e dell’invenzione. Una mostra importante perché restituisce la verità storica negata, attribuendo la paternità del sonoro nel cinema a questo grande siciliano».

La mostra a Palermo

La mostra, curata da Martino Lo Cascio,  si compone di 11 tavole che raccontano episodi biografici di Rappazzo. Le tavole sono state realizzate da 11 disegnatori italiani: Acciari, Allo, Cesalli, Ferrara, Ferraris, Massenzio, Melegari, Nobile, Oliveri, Raimondi e Sbacchi. Un’opera corale che possa custodire e preservare la memoria di Rappazzo.

«Bisogna finalmente restituire a Giovanni Rappazzo ciò che è di Rappazzo. La mostra – ha detto il curatore Martino Lo Cascio – è solo il primo passo per riscattare un’ingiustizia storica e restituire visibilità a chi per primo ideò e costruì i prototipi funzionanti del sonoro nel cinema. E che riuscì anche a brevettarli, esattamente 100 anni fa, collezionando solo rifiuti e silenzi assordanti. Purtroppo la paternità della creazione, i diritti d’autore, la fama meritata, gli furono negate per una serie di vicissitudini, ma anche di raggiri di cui fu vittima. Come già con Meucci per il telefono, le grandi aziende d’oltreoceano riuscirono, infatti, a farla franca e “sbancare” i botteghini accaparrandosi l’invenzione del secolo».

La mostra, visitabile fino al 16 gennaio 2022, è un’iniziativa dell’Associazione Culturale Nottedoro con il patrocinio dell’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana. A firmare l’introduzione del catalogo è il regista Marco Tullio Giordana. «Magnifica – dice il cineasta – dunque l’idea di ricordare Giovanni Rappazzo e rendere omaggio ai suoi talenti, sottraendolo all’oblio o alla celebrazione dei soli specialisti».

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