A Messina 97% di medici obiettori: la denuncia di Non Una di Meno

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Negli ospedali di Messina il 97% dei medici sono obiettori di coscienza per l’aborto: «la vostra libertà di coscienza nega la nostra libertà di scelta». E’ con queste parole che il Collettivo Non Una di Meno – Messina chiede al governo regionale un tavolo di discussione focalizzato sull’insostenibile situazione che caratterizza la città di Messina e tutta la Sicilia, affinché venga pienamente attuata la Legge n.194/1978.

Il dato allarmante, denunciato nei giorni scorsi anche dal deputato dell’ARS Antonio De Luca, rientra in un quadro complessivo della regione Sicilia in cui attualmente l’obiezione di coscienza è pari all’87%: 9 medici su 10.

Quella portata avanti da Non Una di Meno, un gruppo che riunisce donne in età scolastica e lavorativa, è una battaglia in nome della libertà di scelta delle donne, tanto di essere madri quanto di non esserlo. Perché se la scelta di non essere madre può essere dettata da motivazioni personali come da atti di violenza o altro, è opportuno ricordare che anche il diritto alla maternità deve essere garantito e rappresenta oggi uno dei fronti su cui battersi, dando realmente a coloro che vogliono essere madri la libertà di esserlo.

Come ci spiega Domiziana Giorgianni, del Collettivo Non Una di Meno messinese: «Il problema della regione Sicilia non riguarda soltanto l’altissima percentuale di medici obiettori di coscienza, ma in generale il servizio offerto dai consultori, luoghi molto diversi dalla visione che li aveva prodotti e spesso non adeguati strutturalmente».

«Innanzitutto per legge è prevista la presenza di un consultorio ogni 20.000 abitanti nelle aree urbane e ogni 10.000 nelle aree rurali. Ciò vuol dire che ci dovrebbero essere 5 consultori ogni 100.000 abitanti ma a Messina se ne possono considerare attivi solo 5». Inoltre, come emerge dal documento “I consultori familiari in Sicilia – Analisi dei dati strutturali e attività (anno 2017)”, «solo la metà delle strutture siciliane ha in dotazione almeno un ecografo e non in tutte le strutture sono presenti a tempo pieno le 4 figure professionali previste (ginecologo, psicologo, assistente sociale, ostetrico)».

Non Una di Meno è attivo anche sul tema della contraccezione, che secondo la norma sui consultori familiari del 1975, dovrebbe essere gratuita ma ad oggi non è disponibile in nessun consultorio in Sicilia. «Come Collettivo lavoriamo anche sul fronte educativo – racconta Domiziana – ma se ci fosse una rete attiva ed impegnata in un’adeguata campagna di informazione sulla contraccezione, ad esempio nelle scuole, ci sarebbero meno necessità».

Il Collettivo Non Una di Meno chiede quindi nuovi concorsi riservati a medici non obiettori (come sono stati banditi in altre regioni, ad esempio il Lazio) e una maggiore attenzione da parte dell’Assessore alla Salute e ai Servizi Sociali del Comune di Messina, Alessandra Calafiore, affinché prenda parola in merito alla questione e porti avanti azioni concrete con gli strumenti che le competono.

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