Arci: “Messina prima in classifica per in-accoglienza e violazione dei diritti”

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Messina città senza diritti per i richiedenti protezione internazionale registra un inasprimento delle procedure di identificazione e delle condizioni di vita all’interno dei due centri cittadini: la tendopoli del Pala Nebiolo e l’ex caserma Gasparro. E’ questo il pesante bilancio che l’Arci – Circolo Thomas Sankara stila sull’accoglienza dei migranti che giungono in riva allo Stretto con cadenza quasi mensile.

“Il passaggio di consegne tra la vecchia e la nuova gestione dei centri prefettizi avvenuto nel 2015 . spiega l’Arci –  ha lasciato immutate le condizioni di invivibilità e ha addirittura peggiorato le condizioni materiali degli stranieri trasferiti a Messina dopo il viaggio in mare o direttamente sbarcati al Molo Norimberga. Messina è diventata negli ultimi 2 anni un affare da milioni di euro non solo per i soggetti coinvolti in Mafia Capitale ma anche per altre compagini sociali che continuano a violare sistematicamente gli standard minimi di accoglienza previsti dalla legge.

Il Circolo Arci Thomas Sankara continua, nonostante il diniego all’ingresso nei centri per assistere volontariamente i richiedenti asilo ricevuto dalla prefettura , ad assistere gli stranieri giunti in città, a monitorare le loro condizioni e a denunciare le costanti violazioni dei diritti umani perpetrate in questi centri. L’inapplicazione delle norme relative al diritto d’asilo ha sicuramente prodotto i 218 respingimenti differiti operati dalla Questura di Messina, come emerge dai dati di fine anno divulgati alla stampa. L’inverno messinese non ha mitigato le proteste che affiorano dal 2013 connotate sempre dalle stesse richieste. mesi di attesa per conoscere il proprio status giuridico senza documenti e certezze sulla permanenza in Italia, campi insalubri e strutture fatiscenti, mancata assistenza sanitaria, nessun supporto economico, tranne alcune schede telefoniche o sigarette, maltrattamenti ripetuti, cibo scadente e insufficiente, abbigliamento inadeguato alla stagione invernale e non sempre disponibile per tutti.

Tutto ciò configura il perpetrarsi di comportamenti inumani e degradanti sanzionati dalla Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Il nostro team di medici, giuristi, ricercatori e mediatori culturali ha registrato alcuni casi emblematici: un ragazzo sudanese con un solo rene non è riuscito a poter continuare la propria terapia, un ragazzo ivoriano è “ospitato” al
campo da oltre 4 mesi senza comprenderne le motivazioni, 17 minori stranieri non accompagnati non riconosciuti, anche in presenza del certificato di nascita, omettendo le dovute comunicazioni alle autorità preposte e il relativo trasferimento in luogo protetto. Novità assoluta l’uso della forza nelle operazioni
di fotosegnalamento e il racconto di azioni punitive anche da parte degli operatori dell’ente gestore.

Alla luce di quanto emerso, l’Arci ha inviato richieste specifiche alle autorità
competenti circa la presa in carico dei casi vulnerabili segnalati e la verifica di altre vulnerabilità
legate a disturbi post traumatici che sono impossibili da far emergere in un
contesto così poco rispettoso della dignità umana; ispezioni dentro i centri non solo da parte di personale prefettizio ma da organismi pubblici terzi e ripristino delle autorizzazioni agli enti di tutela;
l’avvio di una indagine interna sui casi di violenza riferiti dai richiedenti asilo; il rispetto degli standard minimi di accoglienza prevista dalla legge; l’identificazione e il trasferimento immediato dei MISNA presenti nelle 2 strutture; l’avvio di comunicazioni ai centri per adulti per l’immediato allontanamento e
ricovero in luogo protetto dei MSNA da noi segnalati con la precedente comunicazione odierna. Alcuni di loro sono stati trasferiti al CARA di Bari in un luogo pericoloso, dove sono già avvenuti omicidi e violenze; l’’avvio di tutte le procedure necessarie per la chiusura definitiva della caserma
Gasparro e della tendopoli del Pala Nebiolo, il primo centro per l’inadeguatezza della struttura e il permanere delle pessime condizioni già da noi evidenziate durante l’ultimo ingresso e il secondo per tutti gli elementi di insalubrità e invivibilità già segnalati nella denuncia da noi presentata alla magistratura nel 2014″.

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