Adesso si accorpano. La crisi tocca anche le professioni d’eccellenza e gli “eletti”, medici e avvocati, si riuniscono in cooperative per ammortizzare costi e offrire tariffe piu’ competitive. La notizia arriva dall’agenzia Italpresss, che ha intervistato Elio Sanfilippo, presidente regionale di Legacoop.
“Il mondo delle cooperative in Sicilia – spiega Sanfilippo – attraversa la stessa crisi del sistema delle imprese siciliane. Assistiamo tuttavia ad una crescita delle cooperative di servizio, come quelle a cui stanno dando vita medici e avvocati, crescita accompagnata comunque da un drastico calo generalizzato dei fatturati, che può arrivare fino al 30%.
Un mondo quello delle coop che cerca risposte concrete dagli interlocutori istituzionali. “Molto spesso – ha detto Sanfilippo – i tempi dell’economia non sono gli stessi della politica”.
Ma in che misura medici e avvocati sono stati “toccati” dalla crisi? Per i primi è presto detto: la gente si trascura e rinuncia a fare accertamenti medici. Da un’indagine- studio risulta infatti che i pazienti, a causa della crisi economica, trascurano il proprio stato di salute. Una percentuale attesta il dato allarmante al 71% al Sud e nelle Isole.
La crisi, in particolare, strozza gli studi degli odontoiatri. Negli ultimi anni la contrazione del numero di pazienti è stata almeno del 30% e le perdite di guadagno di quasi il 75%.
Per gli avvocati, ecco un dato: il reddito medio della categoria era, prima della crisi, di circa 35 mila euro l’anno. Oggi si è ridotto di un terzo, o perfino della metà in alcune zone del Sud. Ed ancora, il 60% non gode del reddito necessario a far parte della cassa previdenziale: 10mila euro l’anno per accedervi. Soffermandoci su Messina, sei avvocati su dieci, a Messina, non guadagnano 1000 euro al mese per garantirsi la pensione.
C’è una spiegazione “politica”- aveva detto a Normanno il presidente dell’ordine degli avvocati, Francesco Celona:
” E’ venuta a mancare, specie per il settore Civile – il più colpito, dice Celona – la maggior fonte di guadagno, l’apparato pubblico.Oggi molti enti sono stati soppressi, e con essi le imprese loro collegate, che davano lavoro a molti civilisti. Anche il settore amministrativo paga l’insorgere di parecchi balzelli per fare ricorso al Tar, che impediscono una fluida, e contenuta nei costi, attività. Basti pensare – continua l’avvocato Celona – che una iscrizione al ruolo costa all’amministrativista 4mila euro. Circa 1000 euro, invece, li sborsa il civilista per lo stesso provvedimento”.
Due professioni da casta, dunque, sono state “cassate” dalla crisi. E, visto che “l’Unione fa la forza”, nascono le cooperative.
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