Traffico da controesodo, Messina paga la mancanza di programmazione

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La lunga giornata di passione che gli automobilisti hanno dovuto, loro malgrado, affrontare ieri a Messina, paralizzata dal controesodo pasquale, ha acceso i riflettori sulle gravi carenze di  gestione della viabilità, soprattutto in concomitanza con le grandi ondate di traffico di vacanzieri al rientro dalle località turistiche siciliane.

Eventi questi, abbondantemente prevedibili e che presupporrebbero un’organizzazione, una strategia, interventi mirati per evitare disagi non solo ai turisti in transito, ma anche a chi in un martedì qualunque, in città deve spostarsi per lavoro, studio o semplicemente perchè gli va di fare una passeggiata. Macchè. Ieri le file di automobili partivano dalla tangenziale.

Nessuna indicazione preventiva che invitasse ad imboccare  le uscite di San Filippo o Messina Centro. Solo la segnalazione di code da parte della Polizia stradale poco prima dello svincolo di Boccetta, quando ormai era troppo tardi e quei malcapitati, che nulla avevano a che spartire con lo spirito vacanziero, si trovavano intrappolati in un inferno senza uscita.  Ma al peggio, si sa, non c’è mai fine, e ieri al controesodo sfuggito di mano, si sono aggiunti i lavori per la sistemazione dei dossi artificiali in via Garibaldi, all’incrocio proprio con il viale Boccetta.

E i sindacati oggi rincarano la dose. Le federazioni trasporti di Cgil, Cisl e Uil parlano dell’abbandono del porto storico da parte di Bluferries, che ha trasferito l’intera flotta a Tremestieri. ” Neppure le richieste avanzate dal sindacato- denunciano– di garantire almeno in deroga alle ordinanze comunali l’esodo del solo gommato leggero dal porto storico per il periodo pasquale hanno trovato accoglimento dall’amministrazione, che prima ha dato parere favorevole per poi rimangiarsi la parola e così abbiamo assistito a perdite occupazionali e come prevedibile ad una città invasa dal traffico del controesodo interamente diretto alla Rada San Francesco. Ribadiamo la necessità di coniugare le esigenze della città che vuole essere liberata dalla schiavitù del traffico pesante e quella di tutelare sia la mobilità che le attività commerciali che insistono nell’area del porto storico”. 

In situazioni drammatiche per la viabilità cittadina, come quella che si è registrata ieri, la presenza di un’altra possibilità di imbarco, oltre a quella della Rada S. Francesco, sarebbe stata una boccata di ossigeno, ma nulla si è evidentemente mosso e i cittadini sono stati costretti per l’ennesima volta a subire.

I sindacati intanto, annunciano che invieranno  nelle prossime ore la richiesta di un incontro urgente al Sindaco e al Prefetto “Per capire- scrivono in una nota– quali siano i reali progetti in essere sulla mobilità nello stretto  e per garantire i livelli occupazionali dell’indotto oggi a rischio per approssimazione e scarsa visione strategica di un’amministrazione comunale sempre più confusa”.

A questo punto c’è da sperare che la vicenda del controesodo pasquale sia servita da insegnamento e che per quello estivo non si assistano alle stesse scene. La speranza è l’ultima a morire.

Marika Micalizzi

 

 

 

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