Al di là delle diverse idee politiche, in una città martoriata come Messina, le amministrazioni comunali succedutesi nel tempo, avrebbero dovuto mantenere una continuità almeno a livello progettuale. Ciò, tranne rari casi, non è mai avvenuto, complici anche i tre commissariamenti con cui la città ha dovuto fare i conti nell’ultimo decennio. In sostanza, ciò che può portare sviluppo alla città non dovrebbe ricevere alcuna etichetta politica, ma beneficiare di una corsia preferenziale che porti al suo compimento.
E di una corsia preferenziale, il Piano Strategico Messina 2020 ne avrebbe avuto fortemente bisogno. Lo sostiene Gianfranco Scoglio, assessore allo Sviluppo Economico durante il governo targato Buzzanca e candidato a sindaco alle elezioni amministrative del 2013. A quasi otto anni dalla presentazione del Piano e a tre dalla sua ipotetica conclusione, Scoglio traccia un bilancio all’insegna del ciò che poteva essere, ma non è stato.
“L’attuale amministrazione – spiega Scoglio – ha preferito mettere tutto in un cassetto senza però proporre una reale alternativa di sviluppo. E dire che il Piano Strategico era stato dichiarato coerente con l’Agenda 2020 dell’Unione Europea, basata tra le altre cose sul corridoio Helsinki – Palermo. Dal Piano deriva l’odierno Patto per Messina, ma non c’è stata alcuna continuità con quanto già progettato, ad eccezione del nuovo porto di Tremestieri. Occorreva aggiornare i lavori, adattarli alle esigenze della città senza guardare l’appartenenza politica dei predecessori e a prescindere dalla costruzione del Ponte sullo Stretto”.
Insomma, secondo Scoglio, da quellicheceranoprima la Giunta Accorinti avrebbe dovuto ereditare un corposo filone progettuale e proseguire, apportando le modifiche del caso, lungo una strada già tracciata. Un’occasione persa, dunque, che ha portato alla revoca di importanti finanziamenti. “Proprio a causa della mancata continuità – precisa Scoglio – sono stati persi 5 milioni di euro per rendere più vivibile Torre Faro attraverso la realizzazione di una strada e del nuovo parcheggio Torri Morandi. Sono andati in fumo 3 milioni e 500mila euro di fondi europei per la ristrutturazione di un vecchio casale rustico di Campo Italia che, secondo un protocollo d’intesa con l’Asp, avrebbe dovuto ospitare i senzatetto. Così come sono stati persi 2,5 milioni per la foresta di Camaro”.
L’analisi dell’ex assessore allo Sviluppo Economico, nonché city manager di Palazzo Zanca, è dunque impietosa. Scoglio sposta poi l’attenzione sui progetti che avrebbe portato a termine se la sua avventura politica fosse proseguita. “Messina avrebbe avuto una piattoforma logistica collegata al porto, sarebbe stato avviato un protocollo d’intesa per il Polo tecnologico del Papardo al cui interno sarebbe potuto nascere un incubatore di imprese. Avrei portato avanti l’iter per la riqualificazione di Capo Peloro e del Pilone con la costruzione di un ascensore e di una piattaforma – progetto su cui l’assessore Sergio De Cola ha investito molto ndr -. La costa tirrenica della città avrebbe potuto ospitare strutture ricettive. Messina si sarebbe dotata di almeno un porticciolo turistico e avrebbe visto la luce il progetto inerente al marchio DE.CO., oggi ripreso ma limitato soltanto alla granita.Le peculiarità gastronomiche della città, invece, andrebbero sfruttate attraverso il potenziamento dell’intera filiera produttiva con il recupero di aree agricole e la valorizzazione dei prodotti locali”.
Più in generale, il Piano 2020 puntava sul recupero del waterfront, sul potenziamento dei servizi, sulla creazione di un vero e proprio Hub commerciale e trasportistico che avrebbe permesso a Messina di rintracciare i flussi economici legati all’attività portuale e al turismo. “Sarebbe auspicabile un cambio di strategia – spiega Scoglio – attraverso il potenziamento del settore commerciale in vista del nuovo porto di Tremestieri accanto al quale è necessario realizzare una piattaforma distributiva delle merci”.
E a proposito di trasporti, Scoglio interviene anche sull’ipotetica costruzione dell’aeroporto del Mela, opera tornata alla ribalta dopo la manifestazione d’interesse portata avanti dall’imprenditore indiano Mahesh Panchavaktra. “Punterei a potenziare la ferrovia – precisa Scoglio – visto che i lavori per la linea Alta Capacità Palermo – Messina – Catania è in fase d’appalto. Con il nuovo raddoppio l’aeroporto Fontanarossa si potrebbe raggiungere in venti minuti e in quel caso diventerebbe uno scalo a portata di mano dei messinesi.
Andrea Castorina
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