Dipendenti SMA verso il nord, sindacati proclamano lo stato d’agitazione

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Tre lavoratori del Gruppo SMA di Messina sono stati trasferiti in provincia di Ancona e Brescia: la stessa sorte  potrebbe toccare ad altri colleghi.

Una decisione unilaterale fortemente stigmatizzata  dalla Filcams Cgil, dalla Fisacat Cisl e dalla Uiltucs Uil, che adesso chiedono un confronto sul profondo stato di crisi che sta vivendo l’azienda: “Attraverso ufficiale comunicazione – dichiarano il Segretario generale Filcams CGIL Carmelo Garufi, il Segretario provinciale Filcams CGIL Francesco Lucchesi, il Segretario Generale Fisascat CISL Salvatore D’Agostino e il Segretario generale Uiltucs UIL Eliseo Gullotti – avevamo chiesto all’azienda i bilanci aziendali, scorporati per i punti vendita di Messina, degli anni 2014 e 2015, al fine di visionare gli eventuali esuberi prospettati dall’azienda ed al fine di avere contezza precisa dello stato economico dei punti vendita messinesi. Da anni ci vengono forniti numeri ballerini sugli esuberi del personale, che ci pare assurdo siano calcolati semplicemente attraverso un programma elettronico, senza tenere conto delle specificità dei punti vendita. Ritenevamo indispensabile avere un quadro preciso della situazione aziendale prima di adottare qualsiasi soluzione”.

Gli stessi sindacati hanno  proclamato lo stato d’agitazione fino a quando l’azienda non fornirà tutte le dovute risposte: “Contestiamo – rincarano Garufi, Lucchesi, D’Agostino e Gullotti – i mancati investimenti aziendali sul territorio messinese e il contestuale inefficace rilancio dei punti vendita esistenti che stanno portando all’inevitabile smantellamento degli attuali livelli occupazionali. Tra l’altro bisogna considerare che i lavoratori trasferiti, e quelli che verranno dopo, sono, sia full-time che part-time, con salari che non permettono sicuramente l’autonomia economica in una terra che non è quella di provenienza”.

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