La sanità siciliana non finisce di far discutere: ieri, a Palermo, è stato infatti arrestato Matteo Tutino, primario dei Villa Sofia, nell’ambito dell’inchiesta partita dal Policlinico palermitano e arrivata nel reparto di Chirurgia Plastica.
Prendendo spunto proprio da questo, Pippo Calapai, segretario generale della Uil-Fpl di Messina, insieme a Mario Macrì, coordinatore provinciale area medica Uil-Fpl, fa riferimento alle denunce esposte dai sindacalisti messinesi su presunte irregolarità nella sanità cittadina.
«L’inchiesta condotta dalla Procura di Palermo sulle vicende di Villa Sofia dimostra come, all’Assessorato regionale alla Sanità, le denunce dei sindacati rimangano chiuse nei cassetti. Avevamo il sospetto che ciò potesse accadere, ma adesso abbiamo la certezza dopo l’arresto di Tutino. Finito ai domiciliari per fatti denunciati dai sindacati, ma venuti a galla solo adesso dopo l’intervento della magistratura».
«Nei mesi scorsi – continua Calapai – abbiamo più volte inviato esposti all’Assessorato sulla gestione dell’azienda Papardo-Piemonte, e in modo particolare su presunte irregolarità commesse dal manager Michele Vullo, ma è rimasto tutto lettera morta. Addirittura è stata disposta un’ispezione presso l’azienda sanitaria messinese, ma i sindacalisti della Uil-Fpl di Messina benché fossero stati convocati dall’Assessorato, non sono stati nemmeno ascoltati dagli ispettori».
«Ispezione della quale non s’è saputo nulla e sulla quale non abbiamo a distanza di mesi notizie ufficiali sull’esito. Pertanto – conclude il segretario – abbiamo il fondato sospetto che le nostre denunzie (riguardanti fatti a nostro avviso gravi come la vicenda della Maddalena per presunte violazione della legge sugli appalti, oppure la violazione della convenzione Oncologica con il Policlinico), siano state chiuse a chiave in qualche cassetto dell’Assessorato della Borsellino. E dire che confidiamo pertanto nell’intervento della magistratura affinché venga fatta piena luce sui fatti denunciati dal nostro sindacato.»
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