Salario accessorio. I dipendenti comunali: “Amministrazione non rispetta i patti”

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Hanno protestato questa mattina a palazzo Zanca, davanti alla porta del sindaco Accorinti, i dipendenti comunali che rivendicano il pagamento del salario accessorio maturato nel 2014.

Ad accompagnare i lavoratori, che hanno chiesto formalmente di essere ricevuti dal Sindaco e dall’assessore al Bilancio Guido Signorino, entrambi assenti, le sigle sindacali del comparto Fp di Cgil, Cisl e Uil.

L’erogazione delle spettanze, maturate al 31 dicembre 2014, avrebbero dovuto essere saldate con cadenza mensile, secondo quanto promesso dal direttore generale Antonio Le Donne, e saldate entro il mese di giugno.

Unica e fondamentale condizione: il parere favorevole dei revisori dei Conti.

“I revisori si sono già espressi favorevolmente – spiega Fabrizio Nicosa della Uil Fp – i soldi ci sono e la politica che adesso deve dare delle risposte. Il direttore generale ha poco da dire, perché è stato lui che si è formalmente assunto l’impegno di saldare il salario maturato per il 2014. Sono trascorsi sei mesi e, ad ogni contrattazione, il pagamento degli emolumenti viene sempre rinviato al mese successivo”.

Il nuovo stop però, è arrivato nel pomeriggio di ieri, quando la sigla dell’ipotesi di accordo, grazie alla quale sarebbe stato possibile procedere all’erogazione delle somme maturate, è saltata per l’assenza al tavolo della contrattazione di una delle sigle sindacali interessate alla sottoscrizione del provvedimento: il Csa.

“L’amministrazione si è assunta un impegno preciso che però, non sta rispettando – commenta Clara Crocè della Fp Cgil – il mancato incontro di ieri ha tutta l’aria di essere un pretesto, dietro al quale si nasconde, a mio avviso, volontà di far slittare l’accordo successivamente alla firma del contratto dell’area dirigenza, previsto per il 15 giugno prossimo. Per questa ragione, come Cgil – prosegue la sindacalista – abbiamo deciso che non ci presenteremo a discutere la rinegoziazione dei contratti dei dirigenti, se prima non verranno riconosciute tutte le legittime spettanze dei lavoratori di un comparto che rappresenta l’impalcatura grazie alla quale i dirigenti sono in grado raggiungere gli obiettivi”.

Dito puntato dunque, contro una politica che si trincea dietro ai tecnicismi: “L’amministrazione dei deboli sta dimostrando di non essere affatto dalla parte dei più deboli – attacca la Crocè – ma dei più forti. Sono molti i lavoratori comunali mono reddito. Un impiegato medio vive con 1200 o 1300 euro al mese, ancora più basso poi è lo stipendio di un precario. Famiglie che hanno sulle spalle mutui, tasse e, questo mese, anche le scadenze di Imu e Tasi: non ce la fanno più. Aspettiamo risposte certe, in assenza della quali – conclude la sindacalista – martedì ci riuniremo in assemblea, pronti a tornare in piazza”.

Emma De Maria

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