Uiltrasporti chiarisce le ragioni della contestazione nei confronti della dirigenza dell’Atm.
“Qualcuno si è scandalizzato della nostra posizione in controtendenza rispetto alle voci che vogliono un’azienda migliore rispetto al passato. Ma a ben guardare i fatti non esiste alcuno scandalo.” È così che Silvio Lasagni, segretario generale della Uiltrasporti esordisce nell’ambito della conferenza stampa nel corso della quale il sindacato di categoria ha illustrato le ragioni del proprio dissenso nei confronti dell’Atm.
“Di fatto – aggiunge Lasagni – l’azienda non è mai stata così disorganizzata come oggi. Non esiste organizzazione del lavoro e la gestione del personale è pessima con figure sottodimensionate e utilizzate per servizi non che non rispondono alla propria figura professionale, mentre altri pur non avendone alcun titolo vengono utilizzati in mansioni superiori ed impiegati nella gestione del personale. Abbiamo chiesto un incontro sull’organizzazione del lavoro ma nessuna risposta è ancora arrivata. Avevamo chiesto lo scorso anno un cambiamento radicale e una inversione di tendenza, ma di fatto la situazione è peggiorata, senza contare la situazione del personale contrattista per il quale la Uiltrasporti ha sempre chiesto la stabilizzazione, vista la prossima scadenza del contratto a luglio, e per il quale di fatto non abbiamo ancora avuto alcuna risposta.”
“Nel contratto di servizio presentato all’amministrazione dall’azienda – spiega la Uiltrasporti – si prevede un maggiore incasso in tutti i settori. I chilometri percorsi dovrebbero essere quasi 3 milioni e 900 mila solo per il gommato entro il 31 dicembre 2015. Di fatto non è così perché ad oggi si arriva a 220 mila chilometri al mese, cioè circa 2 milioni e mezzo l’anno. Un dato che è impossibile modificare a fronte di un parco mezzi obsoleto e del piano di esercizio presentato alla regione. Oltre questo se andiamo a confrontare gli incassi della vendita dei biglietti dal 2013 al 2014 non vi è praticamente alcun incremento. Non esistono poi incassi sulla pubblicità sui mezzi, un introito che costituisce una voce del piano di servizio e che negli anni aveva fruttato somme cospicue all’azienda. Analoga situazione si verifica per la vendita dei gratta e sosta. Picco in discesa invece per il parcheggio Cavallotti che riduce a quasi un terzo la produttività. In queste condizioni vorremmo comprendere di quale rilancio stiamo parlando.”
“In questa situazione – continua Uiltrasporti – quello che risulta paradossale è che a fronte delle diverse proposte giunte in primis dal nostro sindacato per internare i servizi, l’azienda continui ad esternare affidando persino i lavori di manutenzione a ditte esterne nonostante disponga di una squadra di manutenzione altamente specializzata, con ulteriori aggravi di spesa per un’azienda da anni in sofferenza. Affidamenti per cifre che si aggirano intorno ai 600 mila euro e che avrebbero potuto essere utilizzati per l’acquisto di nuovi mezzi, magari efficienti, dal momento che quelli il cui acquisto era stato propagandato come a costo zero di fatto si sono rivelati delle “sole”, essendo costati solo di trasporto, immatricolazione e messa su strada oltre 215 mila euro, ed essendo mezzi altamente inquinanti dal momento che per metterli in circolazione è stato modificato il tubo di scarico. A tal proposito vorremmo comprendere poi come risulta il dato dei 51 mezzi in circolazione dal momento che a noi risulta che i mezzi su strada negli ultimi dieci giorni siano stati poco più di quaranta. Basta questo per trarre le dovute conclusioni sull’efficienza dei mezzi fatti pervenire da Torino (16) e Milano (8). Se 24 infatti sono i mezzi arrivati da fuori dove sono i 32 autobus funzionanti dell’azienda e perché non sono in servizio?”
“A questo punto – conclude Silvio Lasagni – siamo fortemente preoccupati per la sorte di 570 famiglie che nel caso in cui il consiglio comunale dovesse approvare il contratto di servizio così come è stato presentato si troverebbero in serie difficoltà per la riduzione del finanziamento da parte dell’amministrazione comunale e per una cronica mancanza di risorse che dovrebbero provenire sia dalla regione con il contributo chilometrico, sia dai mancati incassi.”
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