Una riapertura temporanea e sperimentale dello Svincolo del viale Giostra. A chiederlo è il consigliere comunale e presidente della Commissione Viabilità del Consiglio Comunale, Libero Gioveni, in una nota inviata al Prefetto Cosima Di Stani e rivolta al Comitato Operativo per la Viabilità (COV).
Sono troppi i disagi a cui la cittadinanza va incontro nelle ore di punta, come denuncia l’esponente di Fratelli d’Italia, che chiede al Prefetto di rivalutare le decisioni prese dal COV nell’estate 2020. Non è la prima volta che il Consigliere interviene sull’argomento, lamentando da un anno il troppo traffico che si è creato nella zona. Ma come funzionerebbe una riapertura sperimentale e quanto durerebbe?
«Guardo con fiducia ad una possibile riapertura dello svincolo certamente in via sperimentale – scrive Gioveni – , almeno fino al periodo in cui sarà attivato il doppio senso di circolazione oppure, possibilmente, fino alla prima decade del prossimo mese di giugno, proprio perché sono ben consapevole che l’aumento del flusso veicolare in tangenziale in estate e il crescente andirivieni di autovetture fra la città e i comuni tirrenici in tale periodo dell’anno, potrebbero generare dei pregiudizi alla circolazione e alla sicurezza su un asse autostradale in atto fortemente precario».
Il predecessore di Cosima Di Stani al Palazzo del Governo, Maria Carmela Librizzi, aveva manifestato il 12 ottobre 2020 la sua disponibilità a «prendere in considerazione la richiesta in esame in un secondo tempo», richiesta a cui però non è mai stato dato seguito. Gioveni evidenzia come l’accesso allo svincolo di Giostra potrebbe essere ripristinato con l’ausilio delle forze dell’ordine al servizio del Comune.
«Lo scrivente – continua – ritiene sommessamente che anche il richiesto e imprescindibile presenziamento ritenuto essenziale dal COV per autorizzarne l’apertura potrebbe in parte essere garantito dallo stesso Comune di Messina che, proprio da lunedì scorso, dispone nuovamente di 46 agenti della Polizia Municipale, grazie ai fondi del Decreto Sicurezza che il Ministero, attraverso codesta Prefettura, ha rifinanziato a Palazzo Zanca».
(514)