Saliamo in macchina alle 16.55, la radio suona una nuova canzone italiana che non conosciamo, attraversiamo il Torrente Trapani, incrociamo con lo sguardo il liceo scientifico Archimede, in curva pensiamo al panorama spettacolare che si vede da Cristo Re, superiamo l’Orto Botanico, ci lasciamo alle spalle Montepiselli e arriviamo dopo una manciata di minuti tra il viale Europa e il viale Italia.
Lì ci aspetta Michela De Domenico, architetto (docente, artista, visionaria) e progettista – insieme a Giuseppina Vinci ed Emanuele Gerola – della nuova piazza di Camaro, progetto nato dal protocollo d’intesa tra Ordine degli Architetti ed ex Amministrazione Accorinti.
Il protocollo firmato nel 2015 prevede la riqualificazione di 4 aree di Messina: Camaro, Villa Lina, Villaggio Santo e Pistunina. Il progetto si chiama Ecospazi urbani e si basa sull’architettura partecipata, finanziato con i soldi che il Comune riceve per il ritorno dell’Irpef (circa 160 mila euro l’anno).
La nuova piazza di Camaro
La verità? San Paolo non è proprio un posto dove passeresti il pomeriggio. Baracche e disagio abitano questa zona. Ma succede che riesci a vedere le cose da un’altra prospettiva. Succede dentro la piazza, la nuova piazza di Camaro.
Partiti la prima settimana di marzo – e poi bloccati causa quarantena – i lavori di riqualificazione sono quasi terminati. Da qualche giorno, infatti, sono stati posizionati i nuovi pali della luce a Led e gli ultimi giochi per i bambini.
«Siamo stati noi progettisti a proporre all’ex Amministrazione la riqualifica di diverse zone di Messina, per restituire – dicono Michela ed Emanuele – identità e dignità a questi luoghi. La zona di Camaro ci è stata poi indicata dall’ex assessore Ialacqua. Ecospazi urbani si basa sull’architettura partecipata. Abbiamo incontrato – e qui è giusto citare il sociologo Pier Paolo Zampieri, che si è occupato di questo aspetto progettuale – gli abitanti dei quartieri per capire che tipo di esigenze avevano.
A Camaro c’è stata poca partecipazione, nonostante siano stati coinvolti, tuttavia con i pochi incontri che abbiamo fatto, sono venute fuori delle idee. Ci raccontavano, per esempio, che qui in piazza si proiettavano dei film sul muro del palazzo».
Quella volta che…
Chissà perché una discarica ha avuto la meglio su un cinema all’aperto organizzato dal quartiere di Camaro. Ma non è detto che i film non possano tornare. Tutto è nelle mani di chi abita il quartiere.
«Alcuni – dice ancora Michela – ci dicono chissà quanto durerà. Proprio per questo gli Ecospazi urbani si basano sulla partecipazione attiva dei cittadini, in modo che possano essere loro a proteggere questi luoghi, attraverso la cura e la manutenzione. Un cambiamento urbanistico ma anche sociale».
Il progetto parte dal contesto e si sviluppa tenendo a mente tutto quello che accade intorno alla piazza, soprattutto uno scorcio inaspettato. «Stando qui quello che ci ha ispirato è stato Forte Gonzaga. Ad un certo punto, tra le due palazzine dello IACP, si apre lo squarcio e vedi il Forte».
Come se le baracche scomparissero. Sarebbe davvero stupefacente, pensiamo. L’immagine del Forte è una finestra sul mondo. Un mondo che può essere diverso, a misura d’uomo. «La riqualificazione urbana serve proprio a questo, creare una nuova socialità e un nuovo modo di abitare la città».
Abbiamo disegnato la piazza di Camaro
Il progetto della nuova piazza di Camaro parte da un disegno che viene poi reinterpretato sul pavimento in resina che è stato predisposto per il nuovo luogo. Linee geometriche che scorrono la piazza e ne descrivono la trasformazione. Alla piazza però manca ancora un ultimo “pezzo”, il murales dedicato a Mata che verrà realizzato proprio da Michela De Domenico.
«Le linee sul pavimento si “ribaltano” sul muro che con Mata racconterà una nuova Camaro, una Camaro moderna. Aspettiamo ancora le autorizzazioni dello Iacp, il progetto è stato approvato dal Comune con il muro, quindi è imprescindibile».
I ragazzi della Piazza di Camaro
La piazza di Camaro è molto vivace. I ragazzi si spostano tra le panchine e i giochi. Insieme a loro mamme, nonne e papà.
«Vorremmo delle recinzioni – ci dice Letterio – per i bimbi per le macchine che passano a destra e a sinistra. Un’altra cosa che si dovrebbe sistemare sono i cassoni della spazzatura proprio a ridosso della piazza, perché sono stracolmi e per i bimbi non è l’ideale».
«È la terza volta che rifanno questa piazza – racconta Carmela, che vive a Camaro da 34 anni – e secondo me questa è la volta buona. Però ci vorrebbero degli accorgimenti in più per la protezione dei bambini. Sarebbe bello poter organizzare qualcosa tutti insieme».
«Prima la piazza era distrutta – dicono i ragazzi della Piazza – adesso è bella, ci sono i cestini per la spazzatura. Sul muro ci piacerebbe vedere dei disegni, per esempio una sirena».
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